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PITTORI: Johannes de Wael

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

JOHANNES DE WAEL

1650-1680

Anversa, edizione a stampa

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

La stampa a colori raffigura S. Agostino [S. Augustinus] ed è un'opera seicentesca firmata dall'incisore Johannes de Wael (1628-1689). Le dimensioni sono di circa 14,5 x 11,8 cm

L'immagine del santo riproduce uno stereotipo iconografico abbastanza diffuso in età barocca, dove il santo è spesso raffigurato come vescovo con un cuore fiammante nella mano, in questo caso nella destra. Con la mano sinistra invece regge il bastone pastorale. In testa la mitra è circondata da un nimbo raggiato ad indicare la santità del personaggio raffigurato. Il piviale che indossa è molto semplice con il mantello rosso e la tunica bianca, con un efficace contrasto di colori.

L'espressione del santo è stilizzata e allo stesso tempo netta nei contorni, capaci di rendere il viso ben modellato. Sotto i paramenti episcopali si nota la nera tunica dei monaci agostiniani, secondo una diffusa consuetudine che lo voleva fondatore del loro Ordine.

Tutt'intorno alla figura di Agostino c'è un tripudio di colori che danno corpo e vita alla lussureggiante ricchezza di motivi floreali.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3

 

Johannes de Wael

Figlio di Cornelis Adriaansz de Wael (1589-1649) e di Helena Soolmakers, questo incisore aveva come nonno Adrian Cornelisz de Wael (1555-1616). Si sposò con Caterina Meeus (1627-1704), da cui ebbe 12 figli.