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Sant'Agostino e il bambino in riva al mare
ABRAHAM WILLAERTS
1652
Greven, Galen Gallery
Sant'Agostino e il bambino in riva al mare
Il dipinto riproduce un episodio leggendario relativo ad Agostino che si diffuse largamente nella iconografia del santo. La scena lo vede protagonista mentre medita nella sua ricerca per penetrare e comprendere il mistero della Trinità. Sant'Agostino, che è è stato raffigurato con un abito che media fra lo stile occidentale e quello africano del periodo, sta camminando lungo la spiaggia del mare e si imbatte in un bambino, che gioca scavando una buca dove mettere tutta l'acqua del mare. Sullo sfondo si vede una ampia baia con delle navi alla fonda e qualche barca. Il cielo è ancora luminoso per quanto nuvoloso, mentre le onde del mare si infrangono con forza sulla costa. Sullo sfondo un gruppo di edifici si affaccia sul promontorio che si allunga nel mare. Agostino con la mano sinistra si rivolge al bambino interrogandolo sul suo gioco. Fra i due si sviluppa così un articolato colloquio che dinamicamente si esprime con un vivace movimento delle braccia e delle mani.
La tavola che si sviluppa prevalentemente in orizzontale misura 50 x 81 cm
Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità.
L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.
Abraham Willaerts
Nacque a Utrecht nel 1603 e vi morì nel 1662. Era figlio del pittore Adam Willaerts e imparò i primi rudimenti artistici dal padre. Successivamente lavorò a Utrecht con Jan van Bijlert e, a Parigi, con Simon Vouet, pittore che prediligeva soggetti storici e religiosi. Nel 1624 divenne membro della Gilda di san Luca di Utrecht, salendo infine al grado di "Maestro". Willaerts era famoso per le sue scenografie ambientate nel mare o nei porti, in cui spesso ritrasse episodi di guerra. Dal 1638 al 1644 lavorò alla corte del Conte John Maurice di Nassau-Siegen, governatore dei possedimenti olandesi in Brasile. Nel 1641 il Conte lo mandò con la flotta olandese dal Brasile all'Angola per osservare le abitudini degli indigeni.
Tornato in Olanda nel 1644, fu ospite del famoso architetto e pittore Jacob van Campen nel suo castello di Randenbroeck vicino ad Amersfoort.
Nel 1659 visitò Napoli e Roma, dove conobbe l'associazione di artisti principalmente olandesi e fiamminghi che vi lavoravano. Per quanto sia stato principalmente un pittore marino, Willaerts ha dipinto anche ritratti, sia di singole figure (molti erano ammiragli) sia di gruppi familiari. I suoi dipinti marini seguono da vicino i soggetti preferiti da suo padre. Preferiva le composizioni con una morbidezza atmosferica. Oltre ai porti olandesi e alle scene costiere, ha dipinto vedute di porti del Mediterraneo. Nonostante il suo soggiorno in Brasile e in Angola, Willaerts non ha mai dipinto quei luoghi nelle sue composizioni.