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PITTORI: Pittore agrigentino

Sant'Agostino con il cuore fiammante a Agrigento, chiesa di S. Agostino

Sant'Agostino cardioforo

 

 

PITTORE AGRIGENTINO

XVIII secolo

Chiesa di sant'Agostino, Agrigento

 

Sant'Agostino con il cuore fiammante

 

 

 

L'opera, su tela, che è conservata nella chiesa di sant'Agostino ad Agrigento, proviene in realtà dalla vicina chiesa di San Girolamo. L'autore è uno sconosciuto ma valido artista locale, che oltre a sant'Agostino vescovo ha raffigurato anche un san Gregorio Magno papa. Agostino è qui rappresentato nelle sue vesti di vescovo e con la mano sinistra offre un cuore fiammante, il simbolo del suo ardente amore per Dio, che lo contraddistingue nella iconografia dei santi. La fondazione della chiesa di sant'Agostino ad Agrigento risale al 1611.

Recentemente, nel 1973, fu eretta a Santuario con il titolo dell'Addolorata. I frati agostiniani in realtà non fecero altro che acquisire una preesistente e antica chiesa dedicata a S. Margherita d'Antiochia presso il regio Caricatore, la trasformarono completamente e vi edificarono accanto una casa per la loro comunità. Gli agostiniani hanno mantenuto la chiesa sino al 1735. Sant'Agostino è la chiesa per antonomasia dei lavoratori del porto che si sono affidati alla protezione della Madonna Addolorata, la cui artistica immagine lignea del Settecento, di recente restaurata, è custodita all'interno di una nicchia posta sull'altare maggiore.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3