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La Vergine e Sant'Anna che presentano Gesù Bambino a Sant'Agostino e santa Monica
MAESTRO DI ALTAMURA
1650-1670
Altamura, chiesa di sant'Agostino
La Vergine e Sant'Anna che presentano Gesù Bambino a Sant'Agostino e Monica
Nella cappella di destra della chiesa di sant'Agostino ad Altamura è collocata una tela seicentesca caratterizzata da tratti distintivi che sono tipici della Controriforma. La pala ha una struttura complessa, dove sono raffigurate la Vergine e Sant'Anna che presentano Gesù Bambino a sant'Agostino e santa Monica.
Nella fascia superiore sopra una nuvola sono assise Maria ed Anna che guardano benevolmente Agostino e Monica: reggono fra le mani il Bambino che presentano ai due santi. Il Bambino, ritto in piedi, allunga le braccia quasi volesse toccare ed abbracciare i due santi.
Intorno a madre e figlia sono disposti vari angeli e angioletti che fanno da corona alla scena principale. Sul alto sinistro un giovane monaco agostiniano assiste alla scena assieme a un bambino in atteggiamento orante. Nella fascia inferiore a sinistra tre angioletti seminudi osservano la scena. Uno di loro regge il bastone pastorale dalla forma esile ed allungata. Un altro si appoggia sulla mitra distesa per terra. Agostino e Monica, sulla destra, hanno lo sguardo rivolto verso l'alto, in direzione della angelica visione. Agostino, che indossa i paramenti episcopali sopra la tonaca nera degli agostiniani, allarga le braccia quasi volesse accogliere il Bambino.
Monica, alle sue spalle, ha un atteggiamento più raccolto con lo sguardo che si alza devotamente e le mani congiunte sul petto. Indossa la tunica nera delle suore agostiniane. Di mezzo si apre uno squarcio da una balconata a forma di balaustra che mostra un paesaggio montano lontano illuminato da una luce che si dilegua fra le nuvole.
Questo particolare è stato sovente utilizzato nella scena dell'estasi di Ostia, e il quadro potrebbe pertanto avere come soggetto proprio questa scena, con la visione celeste che Agostino conobbe con la madre Monica durante il soggiorno ad Ostia. Di quell'episodio abbiamo una poetica ed intensa narrazione prorio dalle parole di Agostino nel nono libro delle Confessioni.
La chiesa di sant'Agostino sorge al di fuori di quella che fu l'antica cinta muraria che difendeva la città. Essa venne edificata sull'area della cadente cappella dedicata a san Bartolomeo, un edificio religioso che fu concesso ai padri agostiniani nel corso del XVI secolo dai maggiorenti della città. La data 1570 e lo stemma cittadino leggibili sull'architrave d'ingresso lo ricordano. La nuova chiesa fu inizialmente intitolata a santa Maria del Popolo e solo successivamente ad Agostino. I frati eressero contemporaneamente anche l'annesso monastero. In seguito alle dismissioni dei conventi volute dalle leggi napoleoniche, confermate con l'Unità d'Italia, il convento cessò d'esistere e venne trasformato in mattatoio comunale.
La facciata attuale della chiesa si presenta incompleta e conserva l'antico portale cinquecentesco. Il disegno architettonico tuttavia rivela stilemi barocchi, conseguenza dei rifacimenti settecenteschi, in particolar modo nei pilastri compositi con capitelli corinzi e nella profonda grande finestra alla cui base poggia un elemento decorativo a conchiglia. L'interno si presenta a croce greca e conserva numerose lapidi sepolcrali di famiglie nobili cittadine che nutrivano un legame con l'ordine agostiniano. Lungo la navata si susseguono altari settecenteschi riccamente adornati con marmi policromi di scuola napoletana. Alquanto eleganti sono quelli posti lateralmente all'ingresso, inquadrati da alzate in stucco che fanno da cornice ai dipinti settecenteschi che raffigurano San Nicola da Tolentino, in quello di destra, e la Madonna della Provvidenza, in quello di sinistra.
Successivamente troviamo la cappella di Santa Maria della Sanità che venne fatta costruire dalla nobile famiglia Filo, i cui stemmi sono riconoscibili sul pavimento in maiolica eseguito da maestranze napoletane nel 1750, sia ai lati dell'altare marmoreo: qui al centro dell'alzata, si conserva in stucco policromo, l'antica effige seicentesca nobiliare di famiglia. Nella cappella di destra è collocata una tela seicentesca, caratterizzata da stilemi che sono propri della Controriforma, dove sono raffigurate la Vergine e Sant'Anna che presentano Gesù Bambino a Sant'Agostino.
Sull'altare maggiore è collocato in alto al centro, la tela settecentesca raffigurante Sant'Agostino che versa l'acqua della Sapienza a Santi e Padri della Chiesa, mentre nella nicchia a sinistra trovasi la statua in pietra policroma di San Paolo eseguita da maestranze pugliesi nel 1633.