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Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
GIUSEPPE ANDREOLI
1745-1760
Mirandola, Museo Civico
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Quest'opera venne realizzata dal pittore modenese Giuseppe Andreoli (1720-1776). Il dipinto a olio su tela pittura cm. 101 x 240 di altezza. L'opera risale al periodo compreso fra il 1745 e il 1760. L'autore vi ha raffigurato Agostino in piedi, mentre imbraccia con la sinistra il bastone pastorale. Con la mano destra invece trattiene al petto un lembo del piviale. Lo sfondo utilizzato è di tonalità scura. La posizione originaria dell'opera era in una nicchia della chiesa del Gesù. Qui infatti, lungo la navata, erano poste delle nicchie, che erano chiuse da dieci tele raffiguranti santi e Dottori della chiesa. Della dotazione originaria ne restano solo sei, che vennero tolte dal loro ambiente nel 1760 quando furono sostituite con le odierne statue in stucco di Petronio Tadolini. La tela è stata attribuita ad Andreoli grazie al confronto stilistico con una sua altra opera eseguita nel 1766 che raffigura san Possidonio
Alla base della figura si legge la scritta AVGVSTINVS.
Andreoli Giuseppe
Nacque nel 1720 a san Possidonio nel modenese da Domenico e da Eleonora Senesi. Perfezionò gli studi di pittura a Bologna con il maestro Giuseppe Peraccini detto il Mirandolese. Andreoli dipinse per il duomo di Mirandola un san Possidonio, che però venne asportato dalla sua sede originaria e purtroppo andò perduto nei restauri del 1858. Dello stesso santo disegnò e intagliò in legno un'immagine nel 1760. Donò alla chiesa di san Francesco una Assunzione di Maria Vergine alla presenza dei dodici Apostoli e per la sagrestia dell'oratorio del SS. Sacramento dipinse una Annunciazione. Nel coro di quest'ultimo oratorio dipinse due tondi a monocromo che raffigurano L'entrata di Gesù in Gerusalemme e Gesù che consegna le chiavi a Pietro.
Per la chiesa del Tramuschio, sempre a Mirandola, realizzò un quadretto rappresentante san Luigi Gonzaga. Morì nel 1776 e venne sepolto nell'oratorio di S. Rocco. Il suo stile pittorico risentì alquanto dell'elegante facilità e scioltezza di M. A. Franceschini.