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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Maestro aretinoPITTORI: Maestro aretino
Monica consolata da un angelo alla partenza del figlio Agostino
MAESTRO ARETINO
1710-1720
Anghiari, chiesa di sant'Agostino
Monica consolata da un angelo alla partenza del figlio Agostino
Il settore di volta sopra l'altar maggiore della chiesa di sant'Agostino ad Anghiari è a botte con vele laterali e al centro mostra una specchiatura mistilinea circondata da motivi in stucco a volute, ghirlande con rose e rami, al cui centro si osserva un dipinto murale che raffigura santa Monica consolata da un angelo nell'occasione in cui Agostino parte da Cartagine per Roma. Il dipinto è siglato G. C. D.
Il disegno di questi stucchi non è particolarmente accurato. La modellazione è imprecisa e goffa, come nei due angioletti della Gloria dello Spirito Santo. Nel complesso questa zona della chiesa sembra essere stata decorata da maestranze di ambito aretino che hanno preso a modello esempi ancora seicenteschi, quali gli stucchi della chiesa di S. Ignazio ad Arezzo, eseguiti dal ticinese Passardi nel 1681, dove si ritrovano motivi decorativi simili. Probabilmente gli stucchi come la pittura sono databili intorno alla metà del Settecento. La scena descritta da pittore mostra in primo piano Monica, vestita da monaca agostiniana, sconsolata sulla spiaggia mentre all'orizzonte si vede una nave che sta lasciando il largo, dove Agostino si è imbarcato per raggiungere Roma. Un angelo sulla sinistra le appare fra le nubi e assieme dei raggi di luce che colpiscono la donna, cerca di consolarla.
La chiesa e l'annesso convento hanno ospitato per alcuni secoli una comunità religiosa agostiniana; in seguito alla soppressione napoleonica il convento cessò di esistere ospitando, fino alla metà del secolo scorso, una fattoria. Il 28 agosto 2006 la chiesa è stata riaperta.
La chiesa di sant'Agostino ad Anghiari ha probabilmente origine da una cappella o piccola chiesa edificata nella seconda metà del XII secolo dagli ospitalieri di sant'Antonio abate che, secondo una consolidata tradizione mai dimostrata, sarebbero arrivati in Valtiberina al seguito dell'arcivescovo di Canterbury Thomas Beckett. La chiesa e l'annesso convento già dal 1174 risultano dedicati a S. Antonio abate. Con la ricostruzione delle mura di Anghiari avvenuta nel 1188, queste inglobarono anche il luogo dove sorgeva la chiesa di sant'Antonio. Sull'area di questa primitiva cappella venne infine edificata, fra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento, l'attuale chiesa a navata unica con cappelle laterali erette dalle principali famiglie anghiaresi.
Il complesso si trova ai margini del perimetro urbano storico ed è famoso grazie alla splendida posizione dell'abside quattrocentesco e al campanile che si affacciano elegantemente nelle mura medievali. Nel corso del Trecento la chiesa di sant'Agostino è ricordata in alcuni documenti dell'Ordine agostiniano: nel 1385 in questa chiesa si riunì il Consiglio del Comune per accettare, dopo la signoria dei Tarlati, quella di Firenze.