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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Maestro di AugsburgPITTORI: Maestro di Augsburg
Sant'Agostino cardioforo
MAESTRO DI AUGSBURG
1720-1750
Augsburg, Collezione privata
Sant'Agostino cardioforo
La stampa dipinta a mano ci presenta la figura di sant'Agostino vescovo. La vistosa scritta in pedice all'immagine riporta S. AUGUSTINus. La stampa risale al XVIII secolo ed ha le dimensioni di circa 10 x 6,8 cm. Il santo è raffigurato di profilo con un volto ancora giovanile, capelli lunghi e una sottile barba che corre lungo le guance.
Tutto attorno al capo si nota l'aureola dei santi, stilizzata con tanti piccoli raggi colorati d'oro. Con la mano destra regge un cuore fiammante, mentre la mano sinistra, con il gomito appoggiato alla scritta, tiene con le dita un libro aperto. Alle sue spalle, in segno di umiltà Agostino ha deposto la mitra. Il volto del santo è rivolto verso il cielo nella speranzosa ricerca di conoscere la bellezza della divinità.
La struttura della stampa è semplice, per quanto di forte impatto nella ruvida impostazione del tratto e della colorazione del disegno, dalle tinte forti e contrapposte.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3