Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Bianchi Secondo

PITTORI: Bianchi Secondo

Sant'Agostino cardioforo nel suo studio

Sant'Agostino cardioforo nel suo studio

 

 

BIANCHI SECONDO

1780-1790

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica

 

Sant'Agostino cardioforo nel suo studio

 

 

 

La scritta SANCTUS PATER AVGVSTINVS ECCLESIAE DOCTOR indica chiaramente il personaggio che è stato raffigurato. Nella riga sottostante viene ricordato il passo delle Confessioni [libro X cap. XXIX] che è ampiamente citato; O AMOR qui semper ardes, et numquam extingueris, CARITAS DEUS MEUS, accende me.

Si tratta di un passo che costituito lo spunto per ritrarre Agostino con un cuore fiammante in mano.

Il disegno è tratto da un'opera del pittore Carlo Maratta, mentre l'incisore è Bianchi Secondo.

il santo è seduto davanti al suo scrittoio e impugna nella mano destra una penna con cui sta scrivendo su un grosso libro aperto su un tavolo.

Il santo ha lo sguardo rivolto verso l'alto quasi cercasse una ispirazione e quanto sta scrivendo. Il volto del santo esprime aspettativa e fiduciosa ricerca di una intuizione. Il suo volto, scavato dalle rughe del tempo, e abbellito da una folta barba, riesce a esprimere una forte autorevolezza.

Il santo indossa i paramenti episcopali e in testa porta la mitra. Alle sue spalle  si nota una turbinoso volteggiare di nuvole da cui scaturisce una grande luce che emana da un triangolo simbolo della identità trinitaria di Dio.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3