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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Anonimo di BogotàPITTORI: Anonimo di Bogotà
Miracolo delle pernici
ANONIMO DI BOGOTA'
XVIII secolo
Bogotà, chiesa di S. Agostino
Miracolo delle pernici e apparizione della Vergine con Agostino cardioforo
In questa tela di un ignoto pittore settecentesco viene raffigurata una scena nuova per la iconografia agostiniana e cioè il cosiddetto miracolo delle pernici. Vi è raffigurato frate Nicola da Tolentino che, sebbene debilitato dalle mortificazioni e dall'infermità, riconduce in vita due pernici arrostite servitegli in un piatto per ordine del priore del convento. Dall'alto osservano la scena Agostino e la Vergine.
La scena si svolge in un'ambientazione piuttosto scura secondo la moda del secolo ed è animata da numerosi personaggi in abiti e dai modi spagnoli. in basso tre persone sono sedute davanti a un tavolo dove sembra imbandita una parca cena con un piatto vuoto. Nel buio fondo della camera una luce squarcia le tenebre provenendo dall'alto, dove su una nube appare la Vergine con in braccio il Bambino con al suo fianco destro la figura di sant'Agostino, con la mitra in testa e vestito con la cocolla nera, che regge in mano un cuore fiammante.
Nel Miracolo delle pernici frate Nicola (che digiunava spesso e comunque non mangiava mai carne) pur essendo ammalato rifiuta - e risuscita - due pernici che gli erano state cucinate. La luce che da destra filtra nella stanza illumina le candide lenzuola, rende cangiante il rosso della coperta, allunga le ombre dei frati stupiti mentre dal piatto le due pernici si alzano in volo al gesto benedicente del santo.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3