Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Boscarati Felice

PITTORI: Boscarati Felice

San Tommaso da Villanova distribuisce l'elemosina ai poveri

San Tommaso da Villanova distribuisce l'elemosina ai poveri

 

 

BOSCARATI FELICE

1770

Crema, A.S.S.T. di Crema

 

San Tommaso da Villanova distribuisce l'elemosina ai poveri

 

 

 

Boscarati Felice (1721-1807) ha dipinto questa tela con la tecnica a olio dalle misure di 170 cm x 352 cm. L'autore vi ha raffigurato una discreta schiera di personaggi disposti su due livelli, uno terreno e uno divino. Nell'angolo a sinistra è raffigurata una seduta una donna che allatta il suo bambino. La sua attenzione è attirata da un sacchetto pieno di monete che alza con la mano sinistra. Alle sue spalle troviamo un uomo anziano ricurvo che porta un violino appeso alla spalla e che tende la mano per ricevere una elemosina. Davanti a lui  un bambino allunga il braccio tenendo un cappello per ricevere qualche moneta d'elemosina. A destra si impone la figura di san Tommaso da Villanova in abito episcopale con la mitra in testa, sotto il cui piviale si nota la tonaca nera agostiniana. Alle sue spalle si vede la nuca di un giovane che regge la sua croce episcopale.

Sullo sfondo, nello squarcio che si apre fra questi due gruppi di figure, si vedono altri poveri che aspettano di ricevere la carità del vescovo. La fascia superiore dell'opera rivela la presenza di alcuni santi seduti su nubi. Al centro di questo gruppo di santi si rivela un giovane sant'Agostino con camice e dalmatica, che tiene con la mano destra un calice con ostia. Con la mano sinistra si appoggia alla spalla di sant'Ambrogio, che volge lo sguardo verso il cielo e tiene lo staffile nella mano destra. Con la mano sinistra poggia su una mitra di forma ortodossa, il che ha fatto pensare ad una diversa identificazione a vantaggio di vescovi ortodossi come sant'Anastasio, san Giovanni Crisostomo o, più probabilmente, san Basilio Magno. Alla sinistra di Agostino due donne in abiti monacali osservano compunte la scena. Una delle due potrebbe essere identificata con Monica.

La pala ha come soggetto principale Tommaso da Villanova monaco agostiniano, che nel 1544 fu eletto arcivescovo di Valencia. Si distinse per la carità manifestata verso i poveri, gli ammalati e i bisognosi. Per questo motivo è sovente raffigurato mentre elargisce monete ai bisognosi. Il grande quadro era stato realizzato per la distrutta chiesa cremonese dei Padri di S. Agostino e nel 1774 era ancora probabilmente presente nella cappella intitolata ai Santi dell'Ordine Eremitano. A lungo il quadro è stato conservato in un ripostiglio dell'Ospedale Maggiore di Crema, che ha compromesso in più parti la stesura cromatica. L'autore dell'operaè il veronese Felice Boscarati che nella sua città natale aveva assorbito le influenze di Balestra e Cignaroli. Lasua presenza a Crema va messa in relazione con lo stretto legame stretto tra le due città nella seconda metà del Settecento, quando a Crema fu nominato vescovo il veronese Marco Antonio Lombardi.

 

 

Boscarati Felice

Felice Boscarati o anche come Boscaratti o Boscarato nacque a Verona nel 1721. Frequentò le botteghe di Pietro Rotari e di Matteo Brida. Si trasferì a Roma "per studiare l'antico" compiendo l'apprendistato presso Batoni. Ritornato in patria, il prestigio dei suoi lavori gli assicurò la protezione del vescovo Bragadin, che quando fu eletto eletto patriarca nel 1778, lo chiamò a Venezia. Risalgono a questo periodo le pale per le chiese di S. Giuseppe in Castello e di S. Fosca. Si trasferì infine a Verona dove la sua attività riscosse un discreto successo per qualche tempo. Caduto in disgrazia lasciò pertanto Verona per stabilirsi di nuovo a Venezia. La sua attività a Venezia fu oggetto di censura e i contenuti di alcune sue opere provocarono l'arresto del suo protettore Giorgio Pisani. Da un punto di vista stilistico Boscarati, seguendo la lezione del maestro Batoni, non riuscì a emularne lo spirito, ma piuttosto ne involgarì il segno e i colori col suo pennello pesante. Morì a Venezia nel 1807.

Tra le sue varie opere si ricordano le tele con i santi Ignazio e Bonaventura nella cappella Canossa nella chiesa di San Bernardino a Verona e i quadri con il sogno di Elia e il sacrificio di Melchisedech nel transetto della chiesa dei Santi Nazaro e Celso a Verona. Le sue opere furono riprodotte da incisori come Domenico Cunego.