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PITTORI: Maestro moravo

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

MAESTRO MORAVO

1750-1780

Brno, Moravská Galerie

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

La statua che raffigura sant'Agostino ha una notevole dimensione misurando 150 cm di altezza, quasi a dimensione intera. Si presenta purtroppo mutila dell'avanbraccio destro con la relativa mano. L'opera è databile alla seconda metà del Settecento e probabilmente faceva parte di qualche altare in una chiesa della Moravia. La statua è stata acquisita dal Museo nel 1967 e ci mostra un Agostino in vesti episcopali con la mitra in testa. manca il bastone pastorale, che probabilmente era impugnato dal braccio mancante.

Il panneggio degli indumenti ha un andamento dinamico che si armonizza con i movimenti del santo. In particolar modo colpisce la posizione del braccio sinistro e la mano che punta l'indice contro la testa di Agostino, quasi volesse esprimere un momento di grave riflessione del santo. Il volto, il raccoglimento profondo che deriva dagli occhi chiusi e dalla testa reclinata, fanno supporre che la scena voglia cogliere il momento in cui Agostino sta sforzandosi di mettere a fuoco una tematica importante.

Il volto di Agostino ha un aspetto decisamente maturo, con una foltissima barba grigiastra che si allunga sul suo petto.

 

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6