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PITTORI: Francesco Caccianiga

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

CACCIANIGA FRANCESCO

1763

Salamanca, Cappella della Università 

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Al settimo decennio del secolo sono da riferire la bellissima pala dell'altar maggiore e tre quadri più piccoli nella cappella universitaria di Salamanca. In un riquadro di questa poderosa pala d'altare si trova l'immagine di Agostino, raffigurato a mezzo busto con in mano una penna con cui sembra scrivere su un grande libro che regge con la mano sinistra. Il santo indossa il piviale episcopale, ma sotto il mantello si nota la tunica nera propria dei monaci agostiniani eremitani che ne seguivano la regola. In testa Agostino porta una elegante mitra, che sovrasta il viso di un uomo maturo dalla folta barba nera, che volge lo sguardo verso l'alto.

La Cappella dell'Università, situata nell'Edificio Escuelas Mayores, fu costruita tra il 1761 e il 1767 da Simón Gavilán Tomé, con l'aiuto di Juan de Sagarvinaga e Jerónimo García de Quiñones. La cappella è a navata unica, con testata ottagonale all'esterno. E' tutta coperta da volta a botte lunettata e la pala d'altare conserva un dipinto di Caccianiga che mostra, al centro, il giuramento che i professori universitari fecero nel 1618 in difesa del Dogma dell'Immacolata Concezione. Le pareti sono ricoperte di velluto rosso di Granada. La pala d'altare, in marmo colorato, unisce lo stile barocco, ben presente nei rilievi in bronzo nella parte inferiore, e il neoclassicismo delle sue colonne. Nella parte inferiore spiccano tre tele del pittore milanese Francesco Caccianiga: la centrale ricorda il giuramento dei professori dell'Università; quello di sinistra presenta il Miracolo del Pozzo Giallo dell'agostiniano San Juan de Sahagún, mentre quello a destra raffigura san Tommaso da Villanova, altro agostiniano, che aiuta i poveri. Il corpo superiore mostra al centro un rilievo in bronzo dorato raffigurante San Gerolamo che scrive, mentre ai due lati sono incastonate due tele, una con sant'Agostino e l'altra con san Tommaso d'Aquino. La pala d'altare è coronata da un calvario. Sulla parete destra della cappella si trova una tomba in marmo bianco e nero, realizzata dallo scultore Nicasio Sevilla, in cui sono custodite le spoglie di Fray Luis de León.

 

 

Francesco Caccianiga

Nasce a Milano nell'estate del 1700, si trasferì nel 1717 a Bologna dove apprese la prospettiva da Ferdinando Bibiena ed è possibile che abbia studiato con Cignani e Marcantonio Franceschini. Nel 1725 ritornò a Milano ed eseguì gli affreschi con Madonna e Anime purganti nella chiesa di Domaso. Poco dopo si trasferì a Roma, dove nell'anno 1727 vinse il primo premio del concorso di disegno dell'Accademia di S. Luca. A Roma seguì le lezioni di anatomia di E. Langel e dell'abate Agazzami. Nel 1740 fu eletto accademico sia dei Virtuosi al Pantheon, di cui fu reggente nel 1759, sia di San Luca.

Grazie al patronato del principe Marcantonio IV Borghese, realizzò alcune opere notevoli nel Palazzo Borghese e nella Villa Borghese, come la tela con la Caduta di Fetonte per un soffitto della villa. Verso il 1775 ricevette dai Borghese anche una pensione di 15 scudi al mese.

Altre sue opere importanti si trovano ad Ancona, dove dipinse diverse pale d'altare. Fra queste citiamo Il matrimonio della vergine e l'Ultima cena. Si sono conservate anche una serie di incisioni, di cui la più famosa è Morte di Lucrezia. Altre sue opere importanti sono il perduto Martirio di Santa Catalina (1719, nella chiesa di Santa Maria Beltrade, Milano), il san Celso che sconfigge i sacerdoti pagani (1736-1738, nella chiesa dei Santi Celso e Giuliano, Roma), il Giuramento dell'Immacolata Concezione (1763, Università di Salamanca) e l'Aurora (1773-7474, Palazzo Borghese a Roma), la Caduta di Fetonte (1778, Villa Borghese a Roma). Caccianiga morì a Roma nel 1781.