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Nostra Signora del Rosario e santi
NICOLA CACCIAPUOTI
1748
Monopoli, Cattedrale della Madonna della Madia
Nostra Signora del Rosario e santi
Nella cappella della Madonna del Rosario nel 1748 il napoletano Nicola Cacciapuoti dipinse questa tela che raffigura "Nostra Signora del Rosario" con anime purganti e santi, fra cui probabilmente sant'Agostino. Lo stesso pittore realizzò anche i dipinti circolari più piccoli intorno al quadro più grande e rappresentano i Misteri del Rosario: i cinque misteri della gioia sulla sinistra, i cinque misteri del dolore sulla destra e in alto i cinque misteri della gloria. Il Cacciapuoti in questa fase è probabilmente debitore della pittura di Francesco de Mura, figura centrale del tardo barocco che lavorò come il Giordano anche in Spagna e ricevette finanche le lodi di Vanvitelli. Influenza Cacciapuoti il gusto cromatico del de Mura, brillante e luminoso che contribuisce a questa grande apertura spaziale creando un barocco assai sciolto e arioso.
Nella rappresentazione di Cacciapuoti la Vergine si erge maestosa con in braccio il Bambino appoggiandosi sul mondo mentre schiaccia il serpente. Ai suoi lati in cielo volteggiano gioiosamente degli angeli che portano ghirlande di fiore. Nella fascia inferiore al centro troviamo anime purganti che rivolgono la loro preghiera alla Vergine. Ai loro lati da un lato e dall'altro sono posizionati sei santi. Si possono senz'altro riconoscere, in primo piani a destra e sinistra, san Domenico e San Francesco da Paola. Alle loro spalle si distinguono Vincenzo Ferrer e Santa Caterina. L'ultimo a sinistra, a mezzobusto, in veste episcopale potrebbe essere sant'Agostino in virtù del fatto che è uno dei santi patroni di Monopoli.
In effetti i santi che Monopoli ha eletto come propri patroni tra il Cinquecento e il Settecento San Rocco e San Sebastiano; San Nicola di Bari; San Francesco da Paola; Sant'Anna; San Francesco Saverio; San Vito; Santa Credenza e Modesto; Santa Teresa d'Avila; Sant'Ignazio di Loyola; Santi Tommaso e Antonio; Santi Agostino e Irene; San Pantaleone; Beato Giuseppe da Copertino.
San Nicola, ad esempio, viene considerato protettore della gente di mare, sant'Irene è invocata contro fulmini e tuoni, mentre sant'Agostino, forse in ricordo del miracolo di Toledo, viene supplicato contro le invasioni di bruchi e cavallette nelle campagne. San Rocco e san Sebastiano erano invece solitamente impetrati contro la peste.
I santi Agostino e Irene, considerati dal 1729 patroni minus principales di Monopoli, sono ricordati a tal proposito in alcuni documenti dove si può leggere: "... vedendo le campagne di questo territorio ripiene di bruchi o sia di cavallette da molto tempo ... pare (utile) ricorrere alla protezione del glorioso sant'Agostino" mentre per sant'Irene si trova "... vedendosi questa città e territorio minacciata continuamente da turbini, tuoni e tempeste, è dovere ricorrere alla protezione della gloriosa sant'Irene."
L'attuale cattedrale di Monopoli fu costruita fra il 1740 e il 1770 su un sito che è stato usato in precedenza per almeno quattromila anni. Durante l'età del bronzo alcune capanne furono costruite nello stesso luogo. 2500 anni fa furono realizzate le prime tombe della necropoli di un insediamento messapico. Da quel momento in poi il luogo fu destinato ad accogliere esclusivamente strutture sacre, anche quando il tipo di religiosità cambiò passando dal paganesimo al cristianesimo. Ad un originario tempio pagano, nel 256 d. C. fu sovrapposta una chiesa cristiana e nel 1107 il vescovo Romualdo avviò la costruzione di una Basilica in stile romanico, che tuttavia non poté essere realizzata per la mancanza del legname necessario per completare il tetto. Ma nel 1117 una zattera di travi di pino d'Aleppo arrivò inaspettatamente nel porto cittadino portando con sè un'icona bizantina odegitria di una Vergine con Bambino. Con quelle travi la Basilica potè essere completata.
Nel 1740 la cattedrale romanica venne abbattuta perché pericolante e troppo piccola per la popolazione crescente. Al suo posto venne innalzata l'attuale Cattedrale in stile barocco. Nel 1786, tredici anni dopo la consacrazione, per proteggere il sagrato dal forte vento proveniente dal mare, fu edificato sul lato destro della facciata un muro alto 33 metri, comunemente definito muraglione, su progetto di Giuseppe Palmieri, dove furono collocate dieci delle dodici statue dell'antico retablo cinquecentesco probabilmente opera di Ludovico Fiorentino, attivo nel Cinquecento.
Nicola Cacciapuoti
Cacciapuoti fu un pittore appartenente alla cerchia di Francesco Solimena e di Domenico Antonio Vaccaro, che dagli anni Trenta agli anni Sessanta del Settecento fu attivo in molti importanti cantieri napoletani e in chiese della Puglia e della Basilicata. Benché nato in una piccola realtà di provincia, Cacciapuoti riuscì a dialogare ed a confrontarsi con i maggiori esponenti del panorama pittorico del Vice Regno di Napoli, ritagliandosi uno spazio non marginale grazie al quale egli poté esportare il suo talento anche fuori dai confini della Campania. Nelle opere realizzate in Puglia, scopriamo grandi cicli decorativi e imponenti tele d'altare nelle quali ha trasfuso i colori e le atmosfere della sua terra d'origine. Nicola Cacciapuoti ebbe notorietà al di fuori di Napoli e successivamente al di fuori della Campania; lo testimoniano l'eccezionale numero di opere site nelle più disparate chiese e palazzi di Napoli fin dagli anni '40 del Settecento, dalla Costiera Amalfitana a Vico Equense alla zona del Nolano, e proprio qui realizza svariate opere tra cui per importanza quelle della chiesa di San Paolo bel Sito, che conserva un importante ciclo di tele tra i più grandi e importanti realizzati dall'artista, insieme a quello di santa Sofia a Giugliano e di san Lorenzo nel Duomo di Scala, in costiera Amalfitana.