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PITTORI: Antonio Calegari

Agostino consegna la regola alle monache

Agostino consegna la regola alle monache

 

 

CALEGARI ANTONIO

1740-1750

Brescia, Monastero di S. Croce

 

Agostino consegna la regola alle monache

 

 

 

La pregevole edicola marmorea è attribuita ad Antonio Calegari uno scultore del XVIII secolo. L'opera è posta sopra il portale d'ingresso del Monastero di Santa Croce a Brescia, in via Moretto al numero civico 16. L'altorilievo raffigura sant'Agostino mentre sta consegnando la sua regola alle religiose del Secondo Ordine Eremitano agostiniano.

Il santo enfatizza la consegna con un ampio gesto del braccio destro che indica con forza un passo scritto su un grande libro aperto-

 

 

Antonio Calegari

Figlio di Santo Calegari il Vecchio, Antonio, nato a Brescia nel 1699,  è il membro più conosciuto e rappresentativo di questa famiglia di scultori. La sua attività contraddistingue il barocco bresciano settecentesco nel campo della scultura.

Antonio affronta i suoi primi studi nel corso della sua giovinezza, guidato e aiutato dal padre, che tuttavia muore quando il figlio ha solo diciotto anni. L'apprendistato presso il padre nel complesso si rivela modesto, dove comunque ha l'occasione di lavorare come aiuto in diverse circostanze come è il caso delle statue di sant'Agata.

Alla morte del padre i suoi studi artistici stagnano anche perchè a Brescia non ci sono, in quegli anni, botteghe di scultori in grado di completare la formazione artistica di Antonio. La conseguente modestia nel modellato appare subito nelle sue prime opere, dove accanto a deliziose minuzie costruttive di particolari, di visi e stoffe, si accompagnano interminabili linee parallele nei panneggi.

Antonio in questo periodo è ancora alla ricerca di una personale cifra stilistica, dove l'aspetto severo e irrigidito, pieno di passione, soprattutto nelle prime opere, porta il suo spinto a indugiare nei più minuti particolari per fare sempre più salde le sagome delle sue figure. Il suo percorso stilistico lo porta ad avvicinarsi alla tradizione scultorea più consolidata dei Carrà, dai quali media la severità nell'operare. La probabile prima opera, una statua di Santa Scolastica per una nicchia dello scalone del monastero dei Santi Faustino e Giovita, contiene tutte queste speciali caratteristiche: il corpo è mosso con una parca lentezza ed è finemente allungato. Le cadenze tuttavia dei panni sono rigide, così come il velo che ricopre il viso. Il volto della santa è un grasso, sfiorito, ma vivo nella sua castità monacale. Il tutto richiama una certa aria arcaica. Medesime considerazioni sono valide per la statua di santa Chiara, posta sulla sommità della scalinata dell'orto dell'omonimo monastero cittadino. Raggiunge la maturità artistica completando gli studi fuori città, probabilmente a Milano nella bottega di Carlo Francesco Mellone. Lo stile della sua maturità fonderà in ultimo le sue rigide sperimentazioni iniziali con le libere movenze barocche, creando opere caratterizzate da una linea guida avvolgente e continua, rimanendo nel complesso ben piene e consolidate.

Muore a Brescia nel 1777.