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PITTORI: Caniana Giuseppe

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

CANIANA GIUSEPPE

1758

Zanica. chiesa di san Nicolò

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Fu Giuseppe Caniana nel 1758 a realizzare questa formella del coro della chiesa di Zanica che raffigura S. Agostino. E' stata prodotto con la tecnica del legno intarsiato e misura cm 80x48. Attualmente si presenta ancora in un buono stato di conservazione. Il santo vi è stato raffigurato seguendo i canoni iconografici consolidati che lo vedono vescovo e Dottore della Chiesa: Agostino in effetti indossa il piviale e reca con sé gli attributi episcopali. In testa ha la mitra, nella mano sinistra regge il bastone pastorale, mentre con la destra trattiene al petto un voluminoso libro chiuso. Il viso del santo evidenzia una persona matura, con una folta barba sul mento e uno sguardo profondo. Ai piedi della raffigurazione si  può leggere:

S. AUGUSTINUS DOCT(OR) ECCL(ESIAE)

Ventuno sono gli stalli del Coroi, separati l'uno dall'altro con figure di uomini nudi e di cariatidi che sorreggono il cornicione, ornato di fogliami e di putti alati. Nei singoli schienali sono rappresentati, a tarsia chiara di un solo colore, i dodici apostoli, i quattro Dottori della Chiesa, i quattro evangelisti e nello scanno centrale, il patrono san Nicolò. Nelle sei tarsie degli scanni del presbiterio sono rappresentati i profeti Mosè, Daniele ed Ezechiele, da una parte e Geremia, Aaron ed Isaia dall'altra. Giuseppe Caniana ebbe l'incarico di realizzare il coro dal marchese Girolamo Terzi con un contratto datato 6 giugno 1758, sottoscritto al Alzano. Dallo stesso contratto risulta che il Caniana ricevette come compenso lire duecentosettantatre per ogni stallo corale e che le cariatidi ed i putti alati dovevano essere "travagliati" dal signor Govanni Sanz, scultore nato a Bergamo nel 1702, da Bernardo, pittore della Baviera.

 

 

Caniana Giuseppe

Fu un intagliatore e un decoratore attivo a Bergamo. Nacque nel 1709 da Giovan Battista Caniana, artista di primo piano: anche gli altri figli di Giuseppe, Giovan Antonio e Giacomo Martino, furono attivi intagliatori che continuarono l'attività paterna.

Alzano Lombardo fu la seconda residenza della famiglia Caniana, originaria di Romano di Lombardia. Qui, Giovan Battista, progenitore della discendenza alzanese, conobbe i primi successi riconosciuti nella sua carriera artistica, lavorando nel cantiere di San Martino assieme ad un'elite di qualificati artisti, che contribuirono ad accrescere il bagaglio di riferimenti e di ispirazioni di questo ebanista e della sua bottega.

Il successo fu decretato con la seconda e terza Sagrestia, il cui arredo fu realizzato tra il 1692 ed il 1710 circa. L'anno successivo all'avvio del monumentale pulpito (1711-1751), posizionato nell'aula della chiesa prepositurale, Giovan Battista progettò la bellissima chiesa di San Michele (1712), a poca distanza da San Martino, per la ricca e antica confraternita del Suffragio. L'edificio divenne poi la sede dei Disciplini Neri e inaugurè ufficialmente la sua professione di architetto, proseguita dai suoi discendenti.

Giuseppe morì nel 1761. Giuseppe Caniana all'austera arte dell'intaglio imparata dal padre, aggiunse la leggiadra del barocchetto veneziano. Se come intagliatore Giuseppe Caniana non fu pari alla maestria del padre, nella concezione architettonica rivelò una notevole capacità progettuale che si tradusse in varietà di temi ornamentali e nella decorazione dei particolari.

 

La chiesa parrocchiale di Zanica è dedicata a San Nicolò ed ha origini antichissime. Già in un documento del 1353 appare con il titolo di S. Nicola, mentre nel 1520 aveva il titolo di parrocchiale. Un primo ampliamento venne eseguito nella seconda metà del Cinquecento con un decreto del vescovo Luigi Lippomani. Uno scritto, ancor oggi ben conservato sulla parete nord, testimonia questi lavori. Vi si può leggere: "Cristophorus Tassus philosophus Canonicus Abbas et prothonotarus apostolicus humanarum miseriarum memor sibi, vivens, posuit 1585 (Cristoforo Tasso filosofo, canonico, abate e protonotaro apostolico, memore delle umane miserie, sé vivente, pose 1585)".

L'aumento della popolazione, che nel 1703 era 1279 residenti, rese necessaria la costruzione di una nuova chiesa, voluta dal vescovo Luigi Ruzini. Il 3 ottobre 1720 vi fu la posa della prima pietra e per venti anni si lavorò, seguendo il progetto dell'architetto Gian Battista Caniana, preferito a quello del capomastro Candido Micheli. Lo stile del Caniana, artista al quale si deve il rinnovamento settecentesco di molte chiese bergamasche, è ancora oggi riscontrabile nelle solide strutture absidali e nella superba facciata il cui stile classico ad ordini sovrapposti è sapientemente in armonia col movimento del barocco e con le sculture di Antonio Maria Pirovano. I lavori per la nuova parrocchiale vennero ultimati nel 1742, anno in cui venne aperta al culto. Il 21 settembre del 1774 avvenne la consacrazione da parte del vescovo Marco Molino.