Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Maestro di Carpineto

PITTORI: Maestro di Carpineto

Sant'Agostino vescovo cardioforo

Sant'Agostino cardioforo vescovo e Dottore

 

 

MAESTRO DI CARPINETO

1780-1790

Carpineto Romano, Collegiata del Sacro Cuore

 

Sant'Agostino cardioforo vescovo e Dottore

 

 

 

La statua raffigura sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa. Il santo regge nella mano destra, alzandolo verso l'alto un cuore fiammante, simbolo del suo amore per Dio. la statua si trova in una nicchia della Chiesa Collegiata del Sacro Cuore che sorge nel centro di Carpineto Romano. Edificata tra il 1750 e il 1772 su progetto di Domenico Schiera, la chiesa presenta una facciata imponente in stile barocco con tre portali in pietra calcarea realizzata dall'architetto Francesco Fontana. In origine il titolo della chiesa era per i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, ma dal 1921 è stata ridedicata al Sacro Cuore di Gesù. La chiesa Collegiata, che accoglieva una decina di canonici fino ai primi del XX secolo, con funzioni amministrative e parrocchiali, assorbì tutti i diritti patrimoniali della vicina parrocchia di san Michele Arcangelo, trasformata poi in sede di una confraternita.

L'interno è a pianta centrale con una serie di pilastri su cui poggia una cupola con tiburio. Nel corso del XX secolo il presbiterio è stato arricchito da alcuni mosaici che rappresentano un Sacro Cuore che benedice Carpineto, ed ai lati, i quadri dei due originari titolari, Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, opera del Gagliardi.

Negli altari laterali e nelle due cappelle si possono ammirare una serie di affreschi realizzati alla fine del Settecento. Uno degli altari di sinistra è dedicato alle tre confraternite laiche di Santa Maria del Popolo, vale a dire quella dell'Immacolata Concezione, di Sant'Antonio da Padova e di San Rocco, che concorsero alla costruzione della Collegiata. All'interno della chiesa troviamo anche una statua realizzata da Giuseppe Luchetti, che raffigura il pontefice Leone XIII, uno dei personaggi più illustri della città nella campagna romana. Nella cupola è possibile ammirare anche gli affreschi dei quattro santi protettori di Carpineto Romano, opera pittorica dell'Adami e del Monti.

Il sant'Agostino qui scolpito è un classico della iconografia di questo santo, dove viene raffigurato come vescovo. Il santo regge nella mano sinistra un libro e nello tempo si appoggia il bastone pastorale alla spalla. In testa porta una elegante mitra, mentre il piviale è molto semplice, senza decorazioni e con una elegante bordatura rossastra. Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Carpineto fu posto sotto la signoria dei canonici di S. Giovanni in Laterano (Roma) fin dal secolo XII. La storia dei Lateranensi può essere suddivisa in tre fasi: la prima, che vide la nascita di un priorato di canonici regolari per la cura della basilica lateranense (XII secolo); la seconda, in cui sorse e si diffuse la congregazione (XV secolo); e la terza, iniziata nel 1823 con la fusione con la congregazione renana.

Nel 1299 papa Bonifacio VIII diede la basilica lateranense a una comunità canonici secolari. A causa dello scisma d'Occidente, nel frattempo la vita canonicale conobbe un periodo di rilassamento disciplinare: ciò spinse Leone Gherardini e Taddeo da Bagnasco, canonici dell'abbazia di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, ad abbandonare la loro comunità per fondarne una riformata in Santa Maria di Fregionaia, presso Lucca, nell'attuale frazione di Maggiano, dove venne ristabilita la perfetta osservanza della regola di sant'Agostino.