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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Carlos CasanovaPITTORI: Carlos Casanova
Agostino tra il sangue di Cristo e il latte della Vergine
CARLOS CASANOVA
1750-1760
Madrid, Museo del Prado
Agostino tra il sangue di Cristo e il latte della Vergine
Questa incisione riproduce un'opera che si conservava presso la chiesa degli agostiniani Recolletti di Copacabana a Madrid. Realizzata in acquaforte e bulino su carta, presenta le dimensioni di 488 x 310 mm.
L'incisione, come viene precisato nella didascalia ha una funzione devozionale dovuta all'intraprendenza di padre Pedro de san Joachin.
Questo aspetto è meglio precisato nella didascalia, dove si può leggere: "Del Gran Padre e Dottore della Chiesa sant'Agostino come si venera nel gran quadro dell'altare maggiore degli Agostiniani Recolletti de Coppacavana dedicato dal Padre frate Pedro de san Joachin Predicatore e Sacrista Maggiore di detto Convento alla Eccellentissima Signora Marchesa de Castel de Orrius dama della Regina vedova Nostra Signora dell''Eminentissimo Signor Conte Enriquez. Concede 100 giorni di indulgenza a tutti i fedeli che reciteranno un Padre Nostro davanti a questa stampa.
Herrera pinxit nell'anno 1656."
La scena si riferisce ad un episodio leggendario che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.
Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.
La prima immagine di Maria "Galactotrephousa" (così era chiamata in Oriente, mentre in Occidente veniva appellata come "Maria Lactans") è di origine copta e si trova in una cella monastica di Banit in Egitto e in una caverna eremitica del Monte Latmos in Asia minore (entrambi del sec. VI - VII) nonché a Roma in un frammento di scultura del secolo VI rinvenuto nel Cimitero di San Sebastiano. L'immagine paleocristiana della Virgo lactans, che nella rappresentazione del gesto materno per eccellenza evidenziava l'incarnazione del Cristo in una creatura terrena, fu recuperata nel secolo XII e incontrò enorme successo a partire dal XIII secolo, in coincidenza con la diffusione, promossa dai crociati, delle icone della Galactotrephousa che stimolò una fiorente produzione d'immagini devozionali sia nella pittura che nella scultura.
Carlo Casanova
Carlos Casanova nacque nel 1700 a Ejea de los Caballeros e apprese l'arte a Saragozza nella bottega di Francisco Zudanel y Luna, argentiere e incisore. Probabilmente studiò anche presso l'accademia di disegno che era gestita dal pittore Juan Ramírez Mejandre. Nel 1740 si trasferisce a Madrid dove cerca, senza successo, di partecipare alla assegnazione di un posto vacante alla Casa de Madrid. Venne incaricato presso la Zecca di realizzare una grande medaglia in occasione della proclamazione di Ferdinando VI a Madrid e con l'aiuto del maestro intagliatore Francisco Hernández Escudero la presentò a luglio 1746. Nel 1749 ha iniziato a lavorare ai ritratti in miniatura su incarico della Casa reale con uno stipendio di 8.000 reais all'anno "con l'obbligo di eseguire ogni anno quattro ritratti di miniatura". L'anno successivo venne nominato pittore di corte e nel 1754 viene eletto Accademico di merito dell'Accademia Reale di San Fernando. Come la gran parte degli incisori a fresco XVIII secolo, Casanova, anche se buon artista, ha avuto una formazione tecnica modesta e ha riprodotto in genere opere della pittura spagnola barocca. Suo artista preferito era Sebastian de Herrera. Dopo ventidue anni di lavoro ha realizzato la raccolta più rilevante del Settecento di opere ornamentali. Si tratta del cosiddetto "libro di ornamenti" che offre un ritratto di Fernando VI e l'iniziale disegnato da Prieto copiando José de Hermosilla . E 'morto nei primi mesi del 1771 a Madrid.