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PITTORI: Anonimo di Cascia

Agostino cardioforo a Cascia, chiesa di S. Agostino

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

ANONIMO DI CASCIA

1700-1750

Cascia, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino cardioforo

 

 

 

La statua conservata nella chiesa di sant'Agostino a Cascia ha un aspetto alquanto tradizionale: il santo vescovo con tutti i suoi attributi episcopali si erge in piedi reggendo con la sinistra un libro aperto e il bastone pastorale, mentre con l'altra offre il suo cuore in fiamme, simbolo dell'ardore con cui ha amato Dio. Il viso ha un aspetto giovanile con una folta barba. La statua viene portata in processione durante la sua festività.

La chiesa di S. Agostino domina, con il convento dall'alto del colle, la città di Cascia. Il complesso ha resistito alla violenza del terremoto del 1703 e di quelli precedenti. Si vuole che la chiesa primitiva, sorta sopra un tempio pagano, fosse intitolata al Battista; ciò potrebbe giustificare l'offerta che già nel sec. XIV, per norma statuaria, il comune era obbligato a presentare ogni anno, nel giorno della festività del Santo, al priore degli agostiniani. Intorno al Mille gli eremitani presero possesso della chiesa ed eressero il convento dove nel 1381 fu tenuto il capitolo provinciale. La chiesa con il convento attuale fu edificata verso il 1389.

L'interno è a una sola navata. Le interessanti pitture quattrocentesche, venute alla luce recentemente riportano iscrizioni gotiche. Allo stato odierno sono riconoscibili a sinistra dell'ingresso l'anno 1486 e la figura di San Nicola da Tolentino e alla parte opposta quelle dei SS. Pietro e Paolo. All'inizio della parete sinistra si notano: santi e Madonna con S. Nicola e sancta Monica Mater Augustini. Nella parete di fronte, Vergine in piedi entro mandorla fra i SS. Agostino e Rita genoflessi in preghiera; in basso, monache oranti in ginocchio e anime purganti (sec. XVII). Più innanzi, pulpito in legno con statuine di santi negli specchi (sec. XVII), vicino sul muro, affresco della Vergine con il figlio (sec. XVI). Il coro monastico, in noce massello, ha ventidue scanni.

Nella parete destra del corridoio d'ingresso al convento, il Crocefisso, la Madre e i SS. Giovanni e Pietro con l'iscrizione in Gotico: HOC OPVS F (actum) FIERI PAVLVS CICCHI A(nno) D(omini) MCCCC(...). Nella parete occidentale della vecchia chiesa, Angeli eucaristici con la scritta: (...) V=A (...) MCCCCLXXX.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3