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PITTORI: Anonimo di Cascia

Sant'Agostino vescovo e monaco

Sant'Agostino vescovo e monaco

 

 

ANONIMO DI CASCIA

1700-1750

Cascia, convento di sant'Agostino

 

Sant'Agostino vescovo e monaco

 

 

 

 

In una nicchia lungo un corridoio del convento di sant'Agostino a Cascia si può rinvenire questa bella statua del santo vescovo d'Ippona. L'aspetto e la struttura generale riflettono un archetipo abbastanza comune nella iconografia del santo, che vi è raffigurato nelle sue vesti episcopali, lo sguardo levato al cielo, una folta barba sul viso e le mani sul petto e sui fianchi. Un ampio mantello gli copre dalle spalle tutto il corpo. Il convento di Cascia conserva numerose memorie della spiritualità agostiniana delle origini. Entrando dalla porta destra, sotto la vite, si accede all'antico coro dove S. Rita fece la vestizione come monaca agostiniana.

Qui lei pregava di giorno e di notte insieme alla sua comunità, meditando nel cuore, come prescrive la Regola di S. Agostino, ciò che si proferisce con la voce. La tradizione parla di un aiuto particolare ricevuto allora da Rita da parte dei suoi tre santi patroni: Agostino, Nicola da Tolentino, Giovanni Battista. Nel 1610 si trova affermato nella biografia del Cavallucci che i tre santi la introdussero qui attraverso le porte e le finestre chiuse e che a causa di questo grande prodigio venne accolta. Questo Coro è abbellito da affreschi che sono datati 1595. Si può poi percorrere lo stretto corridoio delle celle monastiche e dal numero delle porte si calcola che nel 1400 le monache erano 10-12.

Appena fuori si vede, davanti il moderno edificio dell'Alveare, un orfanotrofio femminile, iniziato nel 1938 dalla Madre Fasce e abitato da circa giovani ragazze, le cosiddette Apette di S. Rita. 

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6