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PITTORI: Anonimo cassaghese

Agostino cardioforo, statua nella chiesa parrocchiale di Cassago

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

ANONIMO CASSAGHESE

1760 circa

Cassago, chiesa dei SS. Giacomo e Brigida, battistero

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Si tratta di un medaglione in bronzo del cancelletto d'entrata al battistero della chiesa parrocchiale di Cassago. Si ignora l'origine di questo cancelletto che in un altro medaglione porta a sbalzo la figura di Monica. Probabilmente l'intera struttura era già presente nella chiesa che fu ricostruita nel 1756, ma in un luogo diverso dall'attuale, dove deve essere stato posizionato dopo l'ampliamento del 1930.

Agostino è stato raffigurato come vescovo con nella mano sinistra il bastone pastorale: con la destra regge sul petto un cuore fiammante, che è un suo tipico attributo a significare l'ardente amore verso Dio. Lo stesso simbolismo si ritrova anche nella statua che raffigura il santo nella omonima cappella in chiesa parrocchiale.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3