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PITTORI: Felice Cignani

Tentazioni di sant'Agostino

Tentazioni di sant'Agostino

 

 

FELICE CIGNANI

1700-1720

Firenze, Collezione privata

 

Tentazioni di sant'Agostino

 

 

 

Quest'opera che Felice Cignani realizzò con una sanguigna su carta dalle dimensioni di cm 40,5x31 raffigura un tema raramente affrontato nella iconografia agostiniana. In questa occasione l'autore infatti si cimenta nella descrizione di quelle che sono definite tentazioni di sant'Agostino.

Il santo è raffigurato ormai anziano, con una folta barba fluente che gli scende fin sul petto. Indossa una tonaca monacale ed intento a leggere un libro aperto, da cui viene distolto dall'apparire di una figura femminile seminuda in atto di togliersi i vestiti.

Il santo con le due mani e l'espressione del viso si oppone all'atteggiamento lussurioso della giovane donna ed esprime efficacemente il suo rifiuto pacato ma deciso alle avances della donna.

La scena ha come sfondo un paesaggio rurale appena abbozzato.

 

 

Felice Cignani

Nacque a Bologna nel 1660 e venne educato alla pittura da suo padre. Già in età giovanile partecipa alla realizzazione di alcuni lavori a Bologna nella cappella dell'Inquisizione del convento di S. Domenico (1680), mentre sull'arco della cappella Bentivoglio in S. Giacomo Maggiore, affrescò una Annunciazione (1676-1680)

Sempre a Bologna dipinse la Madonna e i santi Giuseppe e Antonio da Padova in S. Maria della Carità (1680). Collaborò, prima del 1681, con suo padre agli affreschi nel palazzo del Giardino a Parma, commissionati dal duca Ranuccio II Farnese. Nel 1683 con suo padre si trasferì definitivamente a Forlì dove misero mano agli affreschi nella cupola della cappella della Madonna del Fuoco nel duomo cittadino. La cupola fu inaugurata nel 1706.

Cignani eseguì a Forlì altri dipinti sul finire del Seicento.

Collaborò ancora con il padre nella stesura della Vergine con il Bambino e un san Filippo Neri, nella chiesa di S. Filippo che ora sono conservati nella Pinacoteca di Forlì. La tela fu commissionata dal conte Fabrizio dall'Aste e venne collocata sull'altar maggiore della chiesa da cui proviene. Per l'elettore palatino Giovanni Guglielmo dipinse una Ascensione della Vergine, che prima della seconda guerra mondiale si trovava nell'Alte Pinakothek di Monaco. Documentato al 1709 è il S. Felice cappuccino dipinto per i cappuccini di Forlì e ora nella chiesa di Schiavonia di questa città. Da citare, oltre ad altre opere, un'Estasi di san Tommaso, già presso la Pinacoteca di Foril, che riprende il motivo dell'affresco in S. Domenico a Bologna; l'Annunciazione nella chiesa di S. Paolo a Massalombarda e la Madonna con il Bambino e i santi Gallo vescovo e Luigi Gonzaga nella chiesa dei santi Apostoli a Verona. Felice visse seguendo la scia artistica del padre di cui fu principale collaboratore. Divenne accademico d'onore dell'Accademia Clementina e si sposò con la forlivese Anna Maria Cappelli, da cui ebbe, nel 1709, il figlio Paolo, anch'egli pittore. Morì a Forlì inel 1724 e venne sepolto nella chiesa di S. Francesco di Paola, oggi titolata a S. Lucia.