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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Maestro marchigianoPITTORI: Maestro marchigiano
San Nicola ha la visione della Vergine con i santi Agostino e Monica
MAESTRO MARCHIGIANO
1750-1770
Corinaldo, Pinacoteca Civica
San Nicola ha la visione confortatrice della Vergine accompagnata dai SS. Agostino e Monica
La tela dipinta a olio da un ignoto pittore marchigiano settecentesco raffigura san Nicola da Tolentino, monaco agostiniano, in ginocchio che riceve il conforto della Vergine e del Bambino che gli offre un fiore di giglio. Alle spalle della Vergine, raffigurati in preghiera, si notano le figure di santa Monica, con l'abito monacale e sant'Agostino nei suoi paramenti episcopali.
Nicola da Tolentino nacque nel 1245 a Sant'Angelo in Pontano un paesino nelle vicinanze di Fermo. I suoi genitori, forse Compagnono de Guarutti e Amata de Guidiani, erano gente pia e profondamente religiosa. La leggenda della sua vita rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Mira, per avere la grazia di un figlio.
Ritornati a Sant'Angelo concepirono finalmente il figlio desiderato e, contenti di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola. Il giovane Nicola entrò nell'Ordine degli Eremitani di sant'Agostino. Si distinse a tal punto nei suoi studi che, prima che essi fossero compiuti, fu eletto canonico della chiesa di san Salvatore. Ascoltando una predica di un eremitano agostiniano sulla frase latina Nolite diligere mundum, nec ea quae sunt in mundo, quia mundus transit et concupiscenzia ejus ("non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza"), si sentì chiamare alla vita religiosa.
La Madonna ed i prodigiosi panini di San Nicola
San Nicola era gravemente infermo e i medici avevano esaurite tutte le risorse della scienza per salvarlo dalla morte. Il Santo, secondo il suo metodo, si era affidato al Medico divino – così chiamava Gesù – e alla sua celeste Infermiera Maria Vergine. Ed ecco che nella quarta domenica di quaresima (come racconta un'antica tradizione) appaiono a lui, circondati da angeli, Gesù, Maria ed Agostino. Nicola resta confuso a tanto onore, ma la Vergine lo conforta così: «Io sono la Madre del tuo Salvatore, che hai invocato in tuo soccorso, con Agostino che pure vedi accanto a me. Ecco che siamo venuti per darti questo salutare rimedio: Manda il tuo infermiere da quella donna (e qui la Vergine stese la sua destra verso la piazza dove abitava la benefattrice), perché le chieda un pane fresco in nome del mio Figliolo Gesù. Quando ti sarà recato, bagnalo nell'acqua, mangialo e guarirai».
Detto questo, la visione disparve. San Nicola si fece premura di eseguire quanto gli era stato ingiunto. Avuto il pane, lo bagnò nell'acqua, ne mangiò e fu subito guarito. Vuole la tradizione che lo stesso San Nicola e, sul suo esempio, i suoi religiosi confratelli ripetessero sugli infermi quanto era stato suggerito al Santo con l'invocazione del Medico divino Gesù e della celeste Infermiera, la Vergine Santissima.