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Agostino scrive sul cuore di S. Maddalena de' Pazzi
CORREA JUAN
1700-1710
Tepotzotlan, Museo Nazionale del Virreinato
Agostino scrive sul cuore di santa Maddalena de' Pazzi
La tela che raffigura sant'Agostino mentre scrive sul cuore di Santa Maria Maddalena de' Pazzi fu dipinta da Juan Correa verso la fine del Seicento per la chiesa cattedrale di Città del Messico, dedicata all'Assunzione della Vergine Maria. La cattedrale è anche la principale chiesa dell'arcidiocesi di Città del Messico.
Nella sua sagrestia si possono ammirare alcuni grandi quadri dei pittori Cristóbal de Villalpando e dello stesso Juan Correa. Assieme a Miguel Cabrera, questi sono i tre grandi pittori messicani dell'età barocca del XVIII secolo.
Lo stile di Correa è dominato dalle tonalità cupe come si possono vedere nelle scene della Vergine della chiesa di Atzcapotzalco.
Nato a Città del Messico nel 1646, questo pittore spagnolo fu attivo tra il 1676 e il 1716. La sua pittura comprende sia soggetti religiosi che secolari.
Juan Correa ha lavorato intensamente ottenendo un grande prestigio e reputazione per la qualità del suo disegno e le dimensioni di alcune delle sue opere. Tra le sue più note opere ricordiamo l'Apocalypse nella Cattedrale del Messico, la Conversione di S. Maria Maddalena, ora nel Museo coloniale e una Santa Catarina e Adamo ed Eva cacciati dal paradiso nella Pinacoteca e nel Museo Nazionale del Vicereame di Tepotzotlán.
La critica ritiene che Correa fu un discepolo di Antonio Rodríguez per cui gli venne naturale sviluppare una produzione in cui gli effetti si manifestano nel timbro cromatico accademicista e nel dinamismo tipico della pittura europea, a sua volta caratterizzato dai toni dorati, la sontuosità e il carattere eminentemente della pittura decorativa.
L'opera di Correa che raffigura santa fiorentina Maddalena de' Pazzi risente del gusto barocco verso il culto di questa monaca che venne canonizzata nella prima metà del Seicento. L'impostazione architettonica della scena richiama altri esempi già noti su questo tema diffusi soprattutto in Europa. E' molto probabile che Correa abbia tratto spunti da questi modelli, che conobbe nel suo viaggio in Spagna e a Roma nel 1669.
La scena si riferisce ad una serie di episodi della sua vita che accadono in gioventù, fra il 1583 e il 1584, quando decise di farsi suora carmelitana. Il 30 gennaio 1583 ricevette l'abito carmelitano, prendendo il nuovo nome di Maria Maddalena e già nel periodo di noviziato si verifica la manifestazione del " consumamento d'amore " quando esclamava: " Amore, non sei conosciuto, né amato ". Colpita da una misteriosa e dolorosa malattia, con febbre molto alta e tosse tremenda, fu costretta a letto e si ridusse in fin di vita. Su consiglio dei medici, la madre superiora, disperando della sua vita, le permise di fare in anticipo la professione religiosa. Fu portata nella cappella, davanti all'altare, nel suo letto. Era il mattino del 27 maggio 1584, festa della Santissima Trinità. Dopo la professione rimase, per due ore, in un'estasi molto profonda che la unì spiritualmente alla Trinità, di cui abbiamo un chiaro riferimento nell'opera di Cuenca con la presenza della colomba dello Spirito santo, del Padre e del Figlio assisi su una nuvola.
Durante questa estasi aveva offerto a Dio il proprio cuore. Si " risvegliò " tra le lacrime, di consolazione e di gioia, per quello che aveva sperimentato. Questo fenomeno durò ben quaranta giorni, fino al 6 luglio 1584: ogni giorno, dopo la Comunione, andava in estasi per due o tre ore. Questi favori divini straordinari, si manifestarono da quel giorno fino al 9 marzo 1591; ripresero per un semestre anche nel 1592. In seguito divennero meno frequenti e poi scomparvero del tutto. L'8 giugno 1584 sperimentò visibilmente il dramma della Passione di Gesù e il 10 giugno ricevette in dono da Lui il suo cuore: a sua volta santa Maddalena Gli donò il proprio. Un giorno andò a rendere omaggio al corpo della Beata Maria Bagnesi, che era custodito nel monastero di S. Maria degli Angeli e improvvisamente guarì dalle sue malattie. Sotto la direzione di Suor Vangelista del Giocondo, maestra delle novizie, riprese la sua formazione dedicandosi allo studio della Scrittura, dei Padri della Chiesa (soprattutto sant'Agostino), e gli scritti dei Santi. Il 28 giugno ricevette per la prima volta le stigmate; chiese. Il 6 luglio ricevette la Corona di Spine, alla presenza di S. Caterina da Siena e di sant'Agostino e per tutta la vita porterà questo misterioso dolore in testa. La sera del 24 marzo, S. Agostino le scrisse nel cuore le parole: "Verbum caro factum est"; il 15 aprile ricevette le stigmate invisibili che le rimasero per tutta la vita, sant'Agostino scrisse nel suo cuore " Sanguis unionis ". E' appunto a questi episodi che il pittore si riferisce nella tessitura e composizione della sua tela. La Domenica in Albis del 28 aprile, sant'Agostino le scrisse infine nel cuore " Puritas coniunxit Verbum ad Mariam et Sponsum ad sponsam " e Gesù le donò l'anello delle nozze mistiche: tutti segni di un'unione perfetta con Cristo.
Cuenca ha qui raffigurato Agostino come vescovo, giovanile nell'aspetto e con una foltissima barba nera. Due angeli gli portano la mitra su un piatto e il bastone pastorale mentre è intento a scrivere con una penna d'oca sul cuore della santa carmelitana.