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PITTORI: Charles Antoine Coypel

Tolle lege e la conversione di Agostino di Coypel

Tolle lege e la conversione di Agostino

 

 

CHARLES ANTOINE COYPEL

1736

Versailles, Reggia di Versailles

 

L'episodio del Tolle lege e la conversione di Agostino

 

 

 

La tela di Coypel descrive un episodio fondamentale nella vita di Agostino, quando sente il richiamo ad cambiamento di vita. L'episodio è stato ambientato dal pittore più che in giardino in un vero e proprio bosco. La scena è stata distinta in due episodi: la lettura del testo di san Paolo e il momento culminante, più drammatico e pieno di vigore, della decisione di Agostino di farsi cristiano.

Nelle opere scritte subito dopo la conversione, Agostino non fa il minimo accenno alla famosa scena dell'orto o del tolle lege che ricorda nelle Confessioni. Si può osservare, come sostenne Pincherle, che la descrizione che la descrizione che fa Agostino del suo stato d'animo è, da una parte, tutta dominata dalla preoccupazione, polemica contro i manichei, di dimostrare l'esistenza e il valore del libero arbitrio, la possibilità di una scelta fra bene e male e che, d'altra parte, essa è redatta sotto l'influsso di quei passi paolini che parlano del contrasto fra lo spirito e la carne.

E si potrebbe ancora suggerire, insistendo sull'importanza di questo fatto, che l'episodio dimostra come Agostino abbia conosciuto l'epistolario di san Paolo proprio all'inizio della sua conversione.

Tuttavia questa scena, vera senza dubbio in molti, probabilmente in tutti, i suoi particolari, è stata redatta con la preoccupazione di dimostrare appunto il contrario di ciò che taluno ha creduto di scorgervi: di mettere in luce cioè l'impotenza dell'uomo a operare da solo la propria salvezza e la necessità dell'intervento, subito efficace della grazia divina, intervento che non ha nulla di miracoloso.

possiamo anche ammettere che il testo paolino, di contenuto così caratteristicamente etico, e inserito in una esortazione morale ed escatologica, fosse per l'appunto quello che Agostino lesse effettivamente, ricavandone la forza di tradurre in atto i progetti che da qualche tempo maturavano nella sua mente.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

 

Charles-Antoine Coypel

Nasce a Parigi nel 1694, figlio di artisti: furono pittori anche il nonno Noël, il padre Antoine e lo zio Noël-Nicolas. Probabilmente fu il meno dotato artisticamente della famiglia, ma in compenso divenne un abile politico. Vivendo sempre a Parigi riuscì a ottenere le più alte cariche nel campo pubblico dell'arte. Entrò all'Accademia reale di pittura e scultura nel 1715 e ne divenne direttore nel 1747. Alla morte del padre Coypel gli succedette nel titolo di "Primo pittore del re". Ricevette numerosi incarichi per i dipinti della reggia di Versailles e lavorò sovente per l'amante del re Madame de Maintenon. Fu un formidabile disegnatore di arazzi che realizzò anche per la celebre Manifattura dei Gobelins. Dedicò una serie a Don Chisciotte, di cui fu il primo artista ad illustrare le gesta in modo molto accurato. Nel 1747 ricevette l'incarico dalla regina di Polonia di disegnare scene teatrali per le sue tappezzerie. Coypel fu anche un brillante scrittore e drammaturgo. A lui si devono vari testi di critica d'arte, prose, alcune poesie, diverse commedie e due tragedie. Morì nella sua città natale nel 1752.