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Sant'Agostino e il De Civitate Dei
CROPPI CARLO
1759
Vigano San Martino, chiesa di san Giovanni Battista
Sant'Agostino e il De Civitate Dei
Carlo Croppi nel 1759 dipinse questo discreto sant'Agostino per la chiesa di Vigano san Martino, un notevole edificio intitolato a San Giovanni Battista. Costruita in stile romanico nel 1535, la chiesa utilizzava come campanile un angolo di castello. Ristrutturata nel XVIII secolo, adottò quella che è la sua forma attuale, con numerosi affreschi e dipinti, ma soprattutto un altare di scuola fantoniana. Il dipinto fa parte della decorazione plastico-pittorica della volta ed individua un particolare aspetto della produzione letteraria di sant'Agostino, precisamente la scrittura del De Civitate Dei.
Realizzato con la tecnica a tempera su intonaco l'affresco misura cm 260x150 e si trova attualmente in un discreto stato di conservazione.
L'opera fu scritta da Agostino dopo il Sacco di Roma da parte dei visigoti guidati da Alarico I nel 410, un evento che sconvolse il mondo romano ovvero. Agostino apprese la notizia mentre faceva la spola tra Ippona e Cartagine, dove si stava svolgendo un concilio. Presto gli arrivarono alle orecchie le accuse dei pagani contro il Dio cristiano che non aveva saputo difendere l'Urbe, ed assistette all'arrivo dei profughi con i loro racconti drammatici.
L'eccezionalità dell'evento lo sollecita a riflettere sul senso della vita e della storia. E nel 412 intraprende un'opera che lo impegnerà per una dozzina di anni e che diventerà uno dei pilastri della cultura occidentale. L'opera appare come il primo tentativo di costruire una visione organica della storia dal punto di vista cristiano, principalmente per controbattere le accuse della società pagana contro i cristiani.
Nel dipinto di Croppi, Agostino è stato raffigurato nel suo studio, seduto allo scrittoio mentre è intento a scrivere l'opera del De Civitate Dei. Agostino ha un viso giovanile, quasi estatico, con lo sguardo rivolto verso l'alto quasi a cogliere l'ispirazione per quanto dovrà scrivere. Con la mano destra impugna una penna, mentre con la sinistra regge un libro aperto. Agostino è vestito da vescovo, ma non ha in testa la mitra. Alle spalle si vede il bastone pastorale. Un angioletto in primo piano regge un cartiglio ed ai suoi piedi tiene la mitra di Agostino. Sul cartiglio troviamo scritto: Sacrificium quod nunc a cristianis offertur Deo toto orbe terrarum S. Aug(ustinus) lib. XXIII De Civitate.
Carlo Croppi
Lo troviamo attivo a partire dal 1737, come documentato in un atto di sottomissione da lui firmato, per la "mettitura in opera di lozoni e cannali di pietra piccata in formazione di un coperto ... sovra la Contrada trasmediante il secondo e terzo quartiere nel Forte delle Valli" di Fenestrelle in quel di Torino. In questa occasione è ricordato come proveniente da Lura, nello Stato di Milano, ed è registrato come figlio del defunto Martino Croppi. Qualche anno più tardi (1740), interviene e insieme al compagno Domenico Pezzi, nella realizzazione di alcune opere in muratura nella fabbrica del palazzo del Real Senato di Torino