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Sant'Agostino abbatte gli eretici
CUNEGO LUIGI
1790
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
Sant'Agostino abbatte gli eretici
La stampa di Aloisio Cunego raffigura una ricorrente espressione artistica di Agostino che combatte le eresie e gli eretici. Il santo si erge in piedi brandendo nella mano destra una penna e nella sinistra un libro.
Ai suoi piedi giace un eretico che si avvoltola su se stesso mentre il suo sguardo e il suo volto sono rivolti verso Agostino.
Il santo sentì profondamente la necessità di difendere l'ortodossia cristiana dalle eresie che imperversvaano nel suo secolo. Nel corso della polemica contro i manichei e la loro visione dualistica dell'universo Agostino tende a sottolineare la bontà della creazione, la trascendenza di Dio e la superiorità dello spirito sulla carne. Nei confronti del donatismo Agostino sostenne che la Chiesa è un insieme di fedeli visibile, composta sia di santi che di peccatori. L'efficacia dei sacramenti non dipende dalla moralità di chi li amministra, ma dalla grazia di Dio che opera attraverso di loro. In disaccordo con Pelagio, che predicava la capacità dell'uomo di produrre e di scegliere il bene (di salvarsi pertanto usando le sue sole forze) Agostino ribadisce la realtà del peccato originale e pertanto l'urgenza della grazia divina per ottenere la salvezza (De natura et gratia).
L'opera De Trinitate (399-426) è lo sforzo massimo per approfondire il mistero della Trinità, Agostino, per chiarire come le tre persone sussistono in un'unica natura utilizza analogie tratte dal mondo reale.
In tal senso Dio padre genera la sua sapienza, il Verbo, che è figlio; la relazione d'amore tra Padre e Figlio è lo Spirito Santo.
Nel De Civitate Dei, infine, delinea una teologia della storia che vede la lotta fra due città, una terrena e una divina. La prima cerca il benessere, la seconda la pace eterna. Nel corso della storia le due città si mescolano rendendo tutto più difficile, tanto che la separazione finale tra buoni e cattivi avverrà con il giudizio universale.
Cunego Luigi
Nacque a Verona fra il 1750 e il 1757 figlio maggiore dell'incisore Domenico. Si formò a Roma lavorando con suo padre, che fu un assistente di Domenichino nella preparazione delle tavole per gli affreschi della cappella Nolfi del Duomo di Fano.
Sembra che la sua prima incisione sia una Liberazione di S. Pietro del 1779 che riproduce una pala dello Zampieri in S. Pietro in Vincoli a Roma. Altre stampe furono prodotte per Volpato. Nel 1786 ricevette il premio della seconda classe di pittura al concorso della Accademia Capitolina a Roma. Nel 1787 incise una santa Agnese dal dipinto di Andrea del Sarto nella cattedrale di Pisa, e nel 1790 una Danae copia di Correggio per conto del bibliofilo livornese Giuseppe Poggiali.
La sua attività si svolse prevalentemente a Roma, dove collaborò nel 1790 all'uscita di un ciclo di cinquantadue stampe edite da P. Montagnani. Nel ciclo erano descritti episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, tratti dagli affreschi delle volte delle Logge di Raffaello in Vaticano. Il suo nome assieme ad altri incisori, compare anche in una serie di raccolte di stampe da A. Canova. Ritrasse nelle sue incisioni un gran numero di santi, di beati, di prelati e cardinali illustri, il che ci induce a credere che abbia scelto di dedicarsi ad un artigianato minore di ritratti e stampe devozionali. Cunego proseguì la sua attività anche nel primo Ottocento: nel 1814-15 firmò un gruppo di stampe legate ai recenti avvenimenti politici napoleonici e la vittoria inglese. Suo fratello Giuseppe, nato probabilmente a Verona nel 1760. firmò una raccolta di Paesaggi dagli affreschi di Gaspard Dughet in palazzo Colonna a Roma.