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PITTORI: Scultore di Cusano Milanino

Agostino vescovo a Vienna

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

SCULTORE DI CUSANO MILANINO

XVIII secolo

Cusano Milanino, Santuario Madonna della Cintura

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Sul lato sinistro della facciata del Santuario dedicato al culto della Madonna della Cintura a Cusano Milanino si erge un maestosa statua in arenaria che ci presenta un Agostino nelle sue abituali vesti di Vescovo e Dottore della Chiesa cattolica. Il culto della Vergine Maria sotto la forma di devozione alla Madonna della Cintura è un tipico fenomeno della religiosità agostiniana, che vi vedeva un motivo di benevolenza divina nei confronti dell'Ordine. Era infatti consuetudine credere che la cintura che i frati portano al fianco fosse stata indicata direttamente dalla Vergine a santa Monica durante un sogno.  

 

Il Santuario della Madonna della Cintura è di origine medioevale. In un documento della fine del XIII secolo, si parla di una "Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo", forse da identificarsi proprio con l'oratorio della Madonna del Pilastrello, titolo che compare però per la prima volta solo nel 1442. Il Santuario fu costruito in tre tempi: la cappella risale al 1452, la chiesa al 1642, la sacrestia al 1753. La cappelletta esterna rivolta ad est fu costruita per ordine di Gian Paolo Cusani, e forse rappresenta la Vera Madonna del Pilastrello, che in origine non era che un dipinto in un tabernacolo fra i campi, demolito poi per costruirvi la cappella dei Cusani.

Nel 1640 la popolazione di Cusano indirizzò a Blasio Costanzo, Arcivescovo generale Vicario di Milano, la richiesta del permesso di costruzione di una nuova chiesa attorno alla cappella, dedicata alla Madonna del Pilastrello, a cui i fedeli erano molto devoti. Nel 1642 per volere del popolo la chiesa venne quindi costruita, poi completata nel 1958 con l’aggiunta delle ali laterali. L’interno rifatto al principio del secolo, contiene alcune statue: un Sant'Ambrogio, un Sant'Agostino e un crocifisso barocchi.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6