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PITTORI: Maestro francese

La scena del tolle lege

La scena del tolle lege

 

 

MAESTRO FRANCESE

1700-1720

Saint-Denis, Museo d'Arte e di Storia

 

La scena del tolle lege

 

 

 

La tela narra un episodio della vita di Agostino e precisamente il momento in cui decise di farsi catecumeno e aderire alla fede cattolica. Il fatto avvenne nel giardino della sua casa milanese, mentre stava leggendo la Bibbia sotto un albero di fico. Poco discosto da lui si intratteneva Alipio, che condivise con lui la medesima scelta di farsi cristiano.

In primo piano il pittore ha posto sotto un albero di fico un giovane Agostino dalla lunga capigliatura che allarga le braccia alzando lo sguardo verso il cielo. Deposto a terra vicino a lui c'è il libro aperto dove ha letto una lettera di san Paolo che lo ha convinto definitivamente al gran passo. Sullo sfondo l'orizzonte si allarga seguendo un meraviglioso giardino fino ad una serie di monti dove tramonta il sole fra un turbinio di nuvole. Sulla sinistra, all'inizio di una scala che scende ai giardini, un altro personaggio, l'amico Alipio, sta a sua volta leggendo un libro il cui contenuto conforterà l'amico di Agostino a condividere la sua decisione.

 

Questa scena è raccontata da Agostino nelle Confessioni con queste parole:

"Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono."

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

Il medesimo episodio viene ripreso in età medioevale da Jacopo da Varagine nella sua celebre opera che ebbe un forte influsso nella conoscenza della vita di Agostino:

"E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio."

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea