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PITTORI: Espinabete Felipe

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

ESPINABETE FELIPE

1777

Medina del Campo, Convento di santa Maria Maddalena

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Verso la seconda metà del Settecento le monache agostiniane di Medina del Campo presso Valladolid, affrontarono il difficile compito di decorare la chiesa con una serie di retabli e rispettive sculture in legno.

Affidarono l'incarico di eseguire questi lavori a Felipe Espinabete (1719-1799) e alla sua bottega.

L'unità di stile delle opere dedicate ai santi agostiniani induce a ritenere che gran parte dei pezzi siano stati realizzati proprio da questo artista. Si notano infatti gli stessi modelli per i volti, per i movimenti delle tonache e dei sai, una medesima policromia e un vestiario ricorrente. Le opere meglio riuscite sono senz'altro il sant'Agostino qui riprodotto e l'Immacolata, che sono certamente di mano del Maestro.

Le statue di san Nicola da Tolentino, che si trova nello scomparto di sinistra del retablo del'Immacolata, di san Guglielmo d'Aquitania (a destra) e di santa Monica (sopra l'Immacolata) sembrano invece opera della sua bottega.

La figura di Agostino ha un aspetto imponente e autorevole: indossa il piviale sopra il saio nero dei monaci che seguono la sua regola. Nella mano destra regge un esile bastone pastorale, mentre con la sinistra tiene in pugno una catena, alla quale sono probabilmente legati gli eretici vinti dalla sua dottrina. In testa porta una elegante e affusolata mitra, mentre il volto allungato e magro è arricchito da una folta barba riccioluta. Sul petto è ben visibile una croce, mentre alla cintola compare la tipica cintura che portano i monaci agostiniani.

 

Il convento di Santa María Magdalena fu fondato nel 1551 da Rodrigo de Dueñas, un importante cambiavalute e consigliere del tesoro dell'imperatore Carlo I e da sua moglie Donna Catalina Cuadrado, con il duplice obiettivo di utilizzare la loro chiesa come luogo di sepoltura e di accoglienza per ragazze problematiche. Tante che le prime denominazioni di struttura sono 'de la Penitencia' o 'de Arrepentidas' e solo alla fine del Seicento prevarrà il titolo di Santa María Magdalena. Su richiesta del fondatore fu attivata una scuola per i bambini delle famiglie vicine al convento povero, intitolata della Sacra Dottrina, dove studierà da giovane San Juan de la Cruz dopo il suo arrivo a Medina.

Oltre alla pala dell'Immacolata, sono presenti altre pale di una certa importanza. Ricordiamo la Pala di Santa Rita da Cascia opera rococò del laboratorio di Felipe de Espinabete e la Pala del Calvario nel braccio settentrionale del transetto. Incorniciata da un arco semicircolare e due coppie di colonne di ordine corinzio, è un capolavoro di Esteban Jordán che venne assunto nel 1571 da Juan de Ahumada Hormaza, figlio di Rodrigo de Dueñas.

Abbiamo poi la Pala d'altare della cappella principale. Circondata dai dipinti murali che decorano le tre tele dell'abside, questa opera barocca risale al XVIII secolo. La struttura, dorata e policroma, è costituita da due corpi irregolari sovrapposti, dove sono state sistemate sculture, rilievi e dipinti di età precedenti. La pala maggiore presenta due due rilievi che alludono alla nascita della Vergine. La parte inferiore del corpo raccoglie quattro raffigurazioni: all'estrema sinistra una rappresenta la scena del pianto sul Cristo morto, datato alla seconda metà del XVI e di gusto italiano. Sugli spalti alle estremità troviamo le sculture di San Pietro e San Paolo, attribuite ad Adrián Álvarez. Infine si può osservare la Pala di Sant'Agostino nel braccio meridionale del transetto. E' un'opera rococò del laboratorio di Felipe de Espinabete, che incorpora una immagine, nella cimasa, di santa Chiara da Montefalco.