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Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
MAESTRO EMILIANO
1700-1720
Faenza, Pinacoteca Comunale
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Questo quadro che è conservato nella Pinacoteca Comunale di Faenza raffigura a mezzo busto l'immagine di sant'Agostino.
Anonimo è l'autore del dipinto su tela con la tecnica a olio. Lo stile dell'opera fa propendere per un artista che lavorò in ambito emiliano. Le dimensioni del quadro sono cm. 70 di larghezza per 85 di altezza. Molto probabilmente fu realizzato agli inizi del Settecento. Agostino indossa un piviale ricco di decorazioni e di ricami di natura floreale. In testa porta una mitra elegante che riprende gli stessi motivi del piviale con un tessuto prezioso. La mano sinistra regge alzato un libro aperto, che il santo sta probabilmente leggendo.
La mano destra invece è libera ed accenna un gesto all'osservatore, come per invitarlo a fare altrettanto.
Il volto del santo è particolarmente espressivo con gli occhi dallo sguardo profondo che sono rivolti verso il fedele che lo guarda. Una folta e soffice barba grigiastra avvolge il mento e le gote, assicurando uno aspetto serio e contenuto, proprio di una persona matura e pacatamente serena nel proprio spirito.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.
La Pinacoteca Comunale di Faenza è andata a comporsi a partire dal 1797, quando il Comune di Faenza acquistò la collezione di opere d'arte di Giuseppe Zauli, mentre l'apertura al pubblico risale al 1879, nell'ex convento dei Gesuiti. Nelle sale espositive sono conservate opere dal Duecento al Seicento che provengono soprattutto da chiese faentine. Tra le molte opere per importanza vanno senz'altro segnalate il San Girolamo di Donatello e la Pala del Beato Bertoni di un anonimo artista della fine del Quattrocento. Nel primo salone di ingresso sono esposte alcune importanti opere del Novecento. La Sezione Antica presenta una notevole raccolta d'arte e storia dall'età romana fino al Settecento.