Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Setteccento: Maestro di Faou

PITTORI: Maestro di Faou

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI FAOU

1730-1740

Le Faou, Santuario Notre-Dame di Rumengol, retablo degli Evangelisti

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questo bassorilievo di sant'Agostino si trova alla base delle colonne del  retablo degli Evangelisti nel Santuario di Notre Dame de Rumengol a Le Faou. A questo livello si trovano tre Dottori della Chiesa, Ambrogio, Gerolamo ed Agostino, che qui è raffigurato come vescovo con nella mano destra una penna o stilo e nella sinistra un libro.

Il santo porta in testa la mitra e indossa gli abiti episcopali. Il suo volto, dai contorni piuttosto grossolani, mostra una grande barba nera a riccioli che gli cade sul petto.

Nello stesso Retablo appare la statua di san Luca con in mano un grande libro, che è il suo Vangelo. Sui bassorilievi sotto le nicchie che ospitano le statue di san Marco e san Giovanni, sono narrate le scene del loro martirio.

A coronamento della pala si trova la figura del padre eterno che elargisce la sua benedizione.

Sull'altare è possibile osservare la statua di san Silvano segnalata dalla scritta "Focus Silvani" ovvero altare di Silvano, che il bardo Jean Marie Lescour aveva ottenuto da Roma.

 

Notre Dame Rumengol è un monumento che risale al XVI secolo ma che è stato ampiamente ricostruito nel Settecento, tra il 1731 e il 1754 con la realizzazione del coro e l'aggiunta del doppio braccio del transetto.

L'edificio fu costruito su un'area di culto druidico e vi si festeggiano con solennità la domenica della Trinità e il giorno della dell'Assunta.

Il timpano del portico sud rappresenta la Adorazione dei Magi, mentre diverse pale d'altare risalgono al Seicento e conservano statue di bella fattura. La cosiddetta pala degli Evangelisti presenta le statue di San Marco e degli altri evangelisti, mentre la pala dell'Eucaristia mostra il battesimo di Cristo.

La chiesa è ricca anche di arredi sacri: il pulpito risale al 1779, le croci processionali al XVII secolo, l'ostensorio, il calice e la patena sono del Settecento, mentre la piattaforma è copiosa di statue di santi bretoni. Sono presenti anche molte statue tra cui quelle di San Guénolé, San Corentin, San Carlo Borromeo, Santa Barbara e quella della Madonna che calpesta il drago.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6