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PITTORI: Ficatelli Stefano Felice

Santa Monica supplica Agostino ad ascoltare la predica di Sant'Ambrogio

Monica supplica Agostino perché ascolti la predica di Ambrogio

 

 

FICATELLI STEFANO FELICE

1744-1746

Cento, Pinacoteca Civica "Il Guercino"

 

Santa Monica supplica Agostino ad ascoltare la predica di Sant'Ambrogio

 

 

 

La tela, opera del pittore Stefano Felice Ficatelli (1686-1771) raffigura santa Monica, vestita come una monaca, in ginocchio e in lacrime, ai piedi del figlio. Agostino si mostra incurante della sua attenzione e delle sue preghiere. Volge il suo sguardo verso la madre con noncuranza, mentre si allaccia il vestito tenendo nella mano destra un grosso libro, che gli servirà probabilmente per le sue lezioni agli studenti di Milano.

Agostino è accompagnato dal suo angelo custode che amorevolmente gli parla all'orecchio e con la mano destra gli indica dove guardare. Sullo sfondo è possibile riconoscere una piazza gremita di gente che ascolta la predica del vescovo Ambrogio di fronte a una meravigliosa facciata di una chiesa. Ambrogio dall'alto del suo pulpito parla ai fedeli che lo seguono attentamente. La tela, dipinta a olio delle dimensioni di cm 105 di larghezza e 210 di altezza, risale al periodo 1744-1746. La struttura dell'opera mostra una attenta ed equilibrata composizione, arricchita da una ricercata e delicata modulazione cromatica.

Differentemente da suo padre, da cui ereditò la bottega, Ficatelli rifiutò il tardo guercinismo paterno, indirizzando il suo interessa maggiormente per quella linea di pittura bolognese che da Lorenzo Pasinelli si congiunge a Giovanni Gioseffo Dal Sole confluendo poi in Donato Creti.

Nelle tele di Ficatelli tuttavia non si riconosce una particolare predisposizione alla scioltezza esecutiva, tanto che nella figura di santa Monica sono visibili alcuni pentimenti nella composizione.

L'opera originariamente si trovava su un altare nella chiesa di santa Caterina da Baruffaldi e Monteforti, inserita a fianco della tela di Antonio Rossi dal titolo "Elemosina di San Tommaso da Villanova", che ricorda un grande santo agostiniano.

Ficatelli è quasi completamente sconosciuto alla storiografia nonostante sia l'unico incontrastato artista pittore della città di Cento del Settecento.

 

 

Frequentavo assiduamente le sue prediche pubbliche, non però mosso dalla giusta intenzione: volevo piuttosto sincerarmi se la sua eloquenza meritava la fama di cui godeva, ovvero ne era superiore o inferiore. Stavo attento, sospeso alle sue parole, ma non m'interessavo al contenuto, anzi lo disdegnavo. La soavità della sua parola m'incantava. Era più dotta, ma meno gioviale e carezzevole di quella di Fausto quanto alla forma; quanto alla sostanza però, nessun paragone era possibile.

AGOSTINO, Confessioni 5, 13, 23

 

Agostino incominciò ad attaccare la predicazione di Ambrogio. Un giorno però Ambrogio tenne un forte discorso contro la dottrina dei manichei, portando solidi argomenti, e da allora in poi Agostino fu convinto che i manichei erano nell'errore. La dottrina di Cristo gli piaceva, ma sentiva ripugnanza a seguire la via che egli tracciava.

JACOPO da VARAGINE, Legenda Aurea

 

 

Ficatelli Stefano Felice

Pittore italiano del tardo barocco, nasce a Cento nel 1686. Viene descritto come un fertile copista di opere che il Guercino dipinse per alcune chiese a Ferrara. Era figlio di Giuseppe Maria (1639-1703) di Cento, che si era formato con Cesare Gennari, nipote di Guercino. Dal padre ereditò una bottega. Anche suo fratello Paolo Antonio fu pittore e copista del Guercino. Ficatelli morì nel 1771.