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PITTORI: Frescante fiorentino

Madonna con bambino, santa Monica e due santi

Madonna con bambino,

santa Monica e due santi

 

 

FRESCANTE FIORENTINO

XVIII secolo

Firenze, Tabernacolo via San Miniato

 

Madonna con bambino, santa Monica e due santi

 

 

 

L'edicola si posiziona in via san Miniato, all'angolo con la strada che ricorda Emma e Irma Gramatica brillanti attrici di teatro. Via san Miniato è cosiddetta perché corre lungo la omonima chiesa parrocchiale di origini antiche, che alcuni storici vorrebbero far risalire a prima del Mille.

Documenti certi che la riguardano, risalgono tuttavia solo al XIII secolo, dove la chiesa viene citata per la prima volta. Fu in questo secolo che alcune facoltose famiglie fiorentine intrecciarono un legame con il borgo signese. Importanti furono i Vespucci che tennero casa a Firenze nel rione di Ognissanti e a Signa ebbero il patronato della chiesa di San Miniato, come ci ricorda il loro stemma sul portale. Anche un'altra eminente casata fiorentina, quella dei Gondi, si occupò di San Miniato, acquistandovi proprietà e commissionando opere pregevoli.

Proprio davanti al tabernacolo, che raffigura la Vergine con il Bambino in braccio, santa Monica e altro santi, rimane l'antico palazzo dei Gondi. Furono proprio i nobili Gondi a volere la costruzione del tabernacolo, sul quale, fra il timpano e la nicchia, campeggia il loro stemma. L'arme, sormontata dal cimiero, corrisponde perfettamente alla sua descrizione araldica: "due mazze d'arme di ferro al naturale incrociate fioccate di rosso su oro".

 L'elegante cornice architettonica in pietra serena, un tempo arricchita da una targa con un'epigrafe ormai illeggibile, fu scolpita nell'ultimo quarto del XVIII secolo da maestranze locali. All'interno del tabernacolo è dipinta una Madonna col Bambino accompagnata da tre santi.

La Vergine, avvolta in una candida nuvola e circondata di cherubini, tiene sulle ginocchia il Bambino, mentre in basso a sinistra santa Monica, genuflessa, riceve la cintura dalle sue mani. L'immagine illustra una tradizione secondo la quale Monica, afflitta per la morte del marito Patrizio e per la mancata conversione del figlio Agostino, al tempo seguace della dottrina manichea, si sarebbe rivolta alla Vergine per riceverne una qualche consolazione e per chiederle quale fosse l'abito più consono alla sua condizione di vedova.

La Vergine Maria le apparve vestita di scuro e le consegnò la cintura che teneva stretta attorno ai fianchi, incitandola a diffonderne l'uso. La cintura divenne in seguito parte integrante dell'abito agostiniano e fu ritenuta propiziatrice dei parti. Alla sinistra della Vergine, il santo in abiti vescovili è verosimilmente identificato con il figlio di Monica, sant'Agostino, che è inginocchiato con le braccia aperte, nella posa consueta di chi assiste a un'apparizione divina. Vestito von gli attributi vescovili, ha appoggiato a terra, secondo una consuetudine che si trova facilmente nella sua iconografia, il pastorale, il libro e il calamaio per intingere la penna, simboli della sua grande fecondità di scrittore a servizio della ortodossia della Chiesa.