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PITTORI: František Adámek

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

FRANTISEK ADAMEK

1741

Lysa nad Labem, chiesa della Natività di San Giovanni Battista

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa statua si trova sulla parete perimetrale esterna della chiesa della Natività di San Giovanni Battista a Lysa nad Labem.

L'autore è František Adámek da Venezia, che la realizzò secondo il progetto dello scultore austriaco Bernard Braun, che realizzò varie altre statue per la chiesa.

La statua di sant'Agostino appartiene al gruppo che raffigura i quattro Dottori della Chiesa, Ambrogio, Gregorio e Gerolamo, la cui realizzazione è opera di Matyas Bernard Braun.

Qui il santo ha una figura imponente, la cui forza evocativa è rafforzata dalla postura arcuata che assume assieme alla posizione dinamica delle braccia.

Ai suoi piedi troviamo un bambino seduto, che ricorda il bimbo sulla riva della spiaggia di un famose e e leggendario episodio che coinvolge Agostino nel suo tentativo di conoscere il mistero della Trinità.

La chiesa di Lysa nad Labem è una cattedrale barocca costruita nella prima metà del Settecento su progetto di Francesco Maxmiliána Kaňky. La costruzione fu portata a termine da Anselmo Lurago. Intorno alla chiesa si sviluppa un muro concentrico dotato con statue di santi, dei Padri della Chiesa, di Evangelisti e Arcangeli. L'architetto che curò il muro di cinta nel 1741 è stato Anselmo Lurago. La chiesa e il muro di cinta con figure di santi sono protetti e considerati monumento culturale della Repubblica Ceca.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6