Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Francesco Galimberti

PITTORI: Francesco Galimberti

Santa Monica in una incisione settecentesca di Francesco Galimberti

Santa Monica

 

 

FRANCESCO GALIMBERTI

1755-1803

Venezia, Museo Correr

 

Santa Monica

 

 

 

L'autore di questa acquaforte è Francesco Galimberti (attivo nel periodo 1755-1803) un inventore di stampe settecentesco. Lo stampatore fu Carlo Orsolini. Il soggetto è una delicata raffigurazione di santa Monica vestita da suora agostiniana che regge in mano una sorta di flagello a corda. L'acquaforte (121 x 91cm di dimensione) è conservata a Venezia presso il Museo Correr.

Il tema in questione cerca di evidenziare l'importanza di Monica nella maturazione spirituale di Agostino: in realtà fu Agostino a fondare monasteri femminili che ne seguirono la regola. Sembra anzi che la prima badessa sia stata sua sorella. Monica dunque non avrebbe avuto un ruolo storico nella fondazione dei monasteri, tuttavia la sua eccezionale e straordinaria figura di credente cristiana, l'ha resa agli occhi dei monaci e delle monache agostiniani medioevali un vero e proprio punto di riferimento per l'intero movimento religioso agostiniano. La scenografia iconografica ci presenta una Monica predestinata ad assumere la tonaca monacale (cosa che non successe mai) invitata a ciò dalla Vergine stessa.

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

inalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22