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PITTORI: Intagliatore di Gerosa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

INTAGLIATORE DI GEROSA

1700-1750

Gerosa, chiesa di Santa Croce

 

Sant'Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa interessante statua lignea che decora il coro della chiesa di Gerosa raffigura sant'Agostino a mezzo busto ed è opera di un anonimo intagliatore settecentesco formatosi in ambito culturale e artistico in ambito bergamasco.

I pannelli del coro sono stati realizzati in legno di noce scolpito e intagliato con una misura di cm 65x15x9. I pannelli si presentano in un discreto stato di conservazione, ma sono ad alto rischio per la fragilità del materiale. Sant'Agostino è stato raffigurato come vescovo con la mitra in testa, ma non porta il piviale, bensì una mantellina secondo il costume contemporaneo. Nella mano sinistra tiene un libro chiuso, mentre nella destra regge un cuore da divampa una forte fiamma.

Il viso del santo è stato parzialmente deturpato dal tempo, tuttavia si può notare una vivace forma espressiva i cui occhi interrogano il fedele che lo guarda. Come secondo abitudine iconografica, il santo porta una vistosa barba fluente e in parte a riccioli.

 

La località di Gerosa fu staccata da Brembilla e dalla sua giurisdizione nel 1442 con lettere ducali venete. Nel 1515 un decreto vescovile conferiva agli abitanti di Gerosa il diritto di eleggersi il proprio parroco e quindi di istituire una propria parrocchia. La chiesa parrocchiale fu costruita all'inizio del Settecento in stile barocco su progetto dei fratelli Gian Battista e Giacomo Antonio Caniana. Per la sua costruzione furono riutilizzati i materiali della vecchia chiesa medioevale di Santa Croce. Di quest'ultimo edificio resta solo il campanile alzato nel 1460, che fa corpo a sé rispetto alla chiesa. Il campanile è stato restaurato una prima volta nel 1680 e recentemente nel 1984. Nel 1726 Don Carlo Locarini poneva e benediceva la prima pietra dell'edificio sacro. Dopo essere stata restaurata nel 1808 e nel 1929, la chiesa venne consacrata il giorno 1 marzo 1930 da Mons. Flaminio Belotti.

Alcune delle opere conservate nella Chiesa provengono da Venezia come doni da parte della Confraternita di compaesani che si erano trasferiti nella capitale della Repubblica.

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.