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PITTORI: Maestro di Glonnbercha

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

MAESTRO DI GLONNBERCHA

1700

Glonnbercha, chiesa dell'Annunziata

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

I due altari laterali della chiesa dell'Annunziata a Glonnbercha formano un'unità stilistica con l'altare maggiore e sono stati probabilmente realizzati contemporaneamente intorno al 1700. Vengono menzionati nel registro di Schmidt del 1739 come "altare s. Annae ac altare s. Augustini". Negli anni dal 1738 al 1740 il canonico di Frisinga Schmidt visitò tutte le parrocchie della diocesi e nel registro a lui intitolato descrisse brevemente anche le chiese filiali. Riguardo alla "Ecclesia filialis s. Bmae Virginis in Glonpercha" rimarcava che la chiesa era un edificio nobiliare con tre altari. L'altare maggiore era dedicato alla Vergine Maria. Gli altri due altari avevano, come detto, per patroni Sant'Anna e Sant'Agostino. Le funzioni religiose erano celebrate ogni terza domenica, così come le feste mariane ad eccezione della Candelora. Inoltre si svolgeva una fiera settimanale. Le strutture degli altari sono sostenute da pilastri lisci di colore blu. Sui piani si trovano vasi decorativi con fiori dipinti su tavole rotonde. L'altare laterale destro, dedicato ad Agostino, conserva una pala che raffigura un celebre episodio leggendario che riguarda Agostino e il suo desiderio di penetrare il mistero della Trinità.

Agostino, nelle sue vesti episcopali, è ritto in piedi a destra e con la mano sinistra regge il bastone pastorale. Ha un volto anziano segnato dal tempo con una folta e lunga barba grigiastra. La mano destra punta l'indice verso l'alto, dove, fra le nuvole si intravede la Trinità. Il santo si sta rivolgendo ad un Bambino che è seduto in riva al mare e sta buttando acqua con un cucchiaio dentro una buca. Sullo sfondo si vede un panorama marino con varie barche che veleggiano all'orizzonte.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

Il villaggio di Glonnbercha è menzionato una prima volta in un documento dell'815 come "Perc iuxta fluvium Clana" cioé Persico sul fiume Glonn. L'esistenza di una chiesa a Glonnbercha viene menzionata solo 550 anni dopo, nel 1361, in un documento del monastero di Indersdorf. Nel documento si attesta che nel giorno di san Paolo del 1361, Ulrich der Allinger e sua moglie Gertraud concessero un diritto di prevendita per la loro tenuta ad Asbach a favore delle "nostre donne di Perichach". La chiesa di Glonnbercha era già allora dedicata alla Madre di Dio. Resti di questo edificio sono stati ritrovati durante il restauro della chiesa che avvenne verso il 1960. La chiesa dell'Annunziata è famosa per i suoi pregevoli affreschi quattrocenteschi e il coro in particolare mostra un bellissimo dipinto gotico di grande splendore e ricchezza artistica. La chiesa, originariamente edificata in stile romanico, fu ricostruita in epoca tardo gotica e nel 1626 subì ristrutturazioni in stile barocco.