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PITTORI: Pietro Erasmus Grasser

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

PIETRO ERASMUS GRASSER

1732-1739

Diessen, Cattedrale di S. Maria

 

Sant'Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La statua di Pietro Erasmus Grasser che raffigura sant'Agostino cardioforo con un mano un libro aperto, si trova nella navata ovest della cattedrale di S. Maria a Diessen am Ammersee.

La chiesa di santa Maria Assunta è l'ex chiesa collegiata del convento dei Canonici Agostiniani di Diessen. Fino al 1803 fu il centro del Monastero degli Agostiniani di Diessen. All'epoca della secolarizzazione degli Ordini religiosi, la struttura sacra funge da chiesa parrocchiale cattolica di Dießen.

L'imponente edificio presenta una meravigliosa esplosione di arredi sacri di rara eleganza. La costruzione della odierna chiesa risale al 1720 quando era Prevosto Ivo Bader. Il suo successore Herkulan Karg fra il 1731 e il 1733 studia una nuova struttura per la chiesa in costruzione, dopo aver già contattato nel 1729 Johann Michael Fischer. Si affidò ai suggerimenti dell'architetto François de Cuvilliés attivo alla corte di Monaco. Chiese inoltre la collaborazione di pittori come Johann Georg Bergmüller e Johann Evangelist Holzer con gli stuccatori Franz Xaver Feichtmayr, Johann Michael Feichtmayr e Johann Georg Üblhör e gli scultori Johann Baptist Straub e Johann Joachim Dietrich (1690-1753). la chiesa divenne così uno degli edifici più importanti di arte barocca bavarese.

La chiesa è lunga poco più di 70 metri, mentre la larghezza della navata centrale è 22 m. L'abside del coro è della larghezza della navata. Gli altari laterali, i pilastri e il grandioso arco del coro con la sua ricchezza di stucchi danno l'impressione di un teatro barocco, animato da numerosi putti, angeli e santi.

Gli arredi completano una delle migliori espressioni di architettura barocca religiosa in Baviera del Settecento. Gli affreschi del soffitto della navata, opera di Johann Georg Berg Miller, mostrano nelle varie scene una serie di episodi che descrivono la storia dei Canonici agostiniani. Tra queste pitture si trova anche un presunto autoritratto del pittore. Bergmüller indosserebbe un camice bianco e un berretto blu da pittore. La cupola sopra l'area dell'altare venne dipinta nel 1736 da Bergmüller con un gruppo di 28 santi e beati raccolti attorno a Cristo.

 

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3