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PITTORI: Maestro di Herzogenburg

Sant'Agostino cardioforo vestito da vescovo

Agostino cardioforo

 

 

MAESTRO DI HERZOGENBURG

XVIII secolo

Herzogenburg, Pinacoteca del monastero

 

Sant'Agostino cardioforo

 

 

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3

 

A partire dall'XI secolo la vita canonicale in Austria conobbe una straordinaria fioritura e nel XVIII secolo esistevano ventotto abbazie autonome. L'imperatore Giuseppe II tuttavia impose che i monasteri che non praticavano l'insegnamento o attività ospedaliere venissero soppressi: in queste condizioni solo sei comunità di canonici sopravvissero. I monasteri superstiti sono quelli di San Florian, Herzogenburg, Klosterneuburg, Reichersberg, Vorau e Novacella. Con la lettera apostolica Caritas Unitas del 4 maggio 1959, papa Giovanni XXIII riunì questa federazione e altre quattro congregazioni nella confederazione dei Canonici Regolari di Sant'Agostino.

 

Il vescovo di Passau Ulrich nel 1112 fondò sul Danubio presso l'affluente Traisen un convento di canonici agostiniani. Ma a causa dei continui straripamenti e del clima malsano della palude il monastero fu trasferito nel castello nel 1244. Nel tardo Medioevo il monastero fu assalito e distrutto dalle truppe hussite ungheresi del re Mattia Corvino. Ricostruito, nel XVI secolo fu distrutto nuovamente da un incendio sia nei piani superiori  che in quelli inferiori dove si svolgeva il mercato. Il priore George Eisner e il suo successore tuttavia riuscirono a far rifiorire il monastero.

Dopo i momenti difficili della Riforma e il pericolo turco, la regione e il monastero di Herzogenburg conobbero un periodo di prosperità e di pace che vide un grande fiorire dei vocazioni e un consolidamento materiale. La testimonianza di questa espansione è attestata dalla ricchezza dell'architettura dell'edificio barocco del complesso del monastero. Nel 1714 si avvia una prima ristrutturazione progettata dall'architetto Giacomo St. Pölten Prandtauer. La chiesa collegiata fu completata da Franz Munggenast mentre l'ala ovest del complesso del monastero non fu mai costruita perché la pressione fiscale di Maria Teresa per sostenere le continue guerre non lo permise. Così la consacrazione della chiesa nel 1785 segnò la fine della architettura barocca nel complesso di Herzogenburg.