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PITTORI: Maestro di Hohenzell

Agostino vescovo

Agostino vescovo

 

 

MAESTRO DI HOHENZELL

1700-1750

Hohenzell, chiesa di santo Stefano

 

Agostino vescovo

 

 

 

La parrocchia di Hohenzell, che appartiene alla diocesi di Augusta ed era una delle parrocchie più piccole e povere della Baviera, fino al 1960 ha avuto vita indipendente, ma da allora è sottoposta al parroco di Adelzhausen. La chiesa parrocchiale di santo Stefano è un edificio, la cui struttura attuale risale sostanzialmente al XX secolo. La parte più antica è costituita solo dal coro gotico con i pilastri esterni e la bella volta a vela all'interno. Questa struttura risale al XV secolo. Fino al 1926 la chiesa possedeva ancora una navata di origine romanica, che comprendeva anche una piccola torre a due piani sopra la navata e la sagrestia costruita nel 1840. Poiché nel 1926 la navata era in rovina e non era più possibile ristrutturarla, fu decisa la sua demolizione e ricostruzione, due metri più larga e sei metri più lunga del vecchio edificio. La torre campanaria è alta 28 m con la costruzione di base ottagonale e la cupola a cipolla dall'aspetto barocco. Venne eretta nel 1927, un anno dopo la ricostruzione della chiesa.

Il balcone del pulpito di sinistra è decorato con le sculture policrome dei quattro Padri della Chiesa Ambrogio, Agostino, Papa Gregorio I e Girolamo. Lungo la scala di accesso sono stati scolpiti i quattro evangelisti. La presenza sul pulpito dei Dottori della Chiesa e degli Evangelisti intendeva sottolineare la continuità della tradizione a cui si riferiva la Chiesa cattolica, nello spirito della "Controriforma". Sul tetto del pulpito si vede la figura dell'Arcangelo Michele in trono con la sua bilancia, che misura gli spiriti e le anime rispetto al bene e al male compiuto in vita.

Il santo è stato raffigurato abbastanza goffamente da qualche artista locale dall'orizzonte culturale provinciale. La figura di Agostino è piuttosto sproporzionata ripete un cliché semplice e senza sentimento. Il santo allarga le braccia quasi a voler accogliere e benedire i fedeli che lo osservano. Con la mano destra impugna il bastone pastorale. Le braccia allargate danno grande ampiezza al piviale episcopale conferendo all'insieme una fortuita e interessante dinamicità alla scena rappresentata. Sotto la veste episcopale si nota la presenza della tonaca nera dei monaci agostiniani. Il volto del santo non ha una particolare espressione: gli occhi guardano nel vuoto e la bocca non accenna ad alcuna emozione. Una folta barba riccioluta gli copre il mento e scende fino al petto. In testa notiamo una semplice mitra.