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PITTORI: Maestro di Jeutendorf

L'altare con la statua di Sant'Agostino vescovo e cardioforo

L'altare con la statua di Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

MAESTRO DI JEUTENDORF

1723

Maria Jeutendorf Böheimkirchen, Santuario della Madonna Addolorata

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Questa statua si trova a sinistra di un altare barocco laterale della chiesa parrocchiale della Madonna Addolorata, che un tempo fu Santuario dell'ex convento dei Padri Serviti di regola agostiniana. Al centro dell'altare si trova una grande pala che raffigura i sette fondatori dei Servi Maria, un'opera realizzata da Joseph Link nel 1731. A destra dell'altare c'è una seconda statua che raffigura san Pietro da Verona. L'altare maggiore della chiesa risale al 1723 ed è opera di Benedikt Stöber: vi troviamo al centro il Crocifisso con una immagine miracolosa. E' fiancheggiato da una serie di statue fra le quali si riconoscono le figure santa Agnese, Caterina, Barbara e Margherita, affiancate col Velo della Veronica statue alle sante Teresa e Giuliana Falconieri.

Il santo è vestito da vescovo con la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano sinistra. Il volto, dall'aspetto ancora giovanile, è caratterizzato da una folta barba riccioluta grigiastra. Nella mano destra Agostino regge un cuore fiammante che vuole rappresentare simbolicamente lo smisurato amore che il santo provava per Dio.

 

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale.

Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3