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PITTORI: Pietro Labruzzi

Particolare della figura di Agostino

Particolare della figura di Agostino

 

 

PIETRO LABRUZZI

1793

Roma, chiesa di Gesù e Maria

 

La Madonna del Divino Aiuto con i santi Agostino e Monica

 

 

 

Nella cappella della Madonna del Divino Aiuto nella chiesa romana di Gesù e Maria si conserva questa pala d'altare che viene attribuita a Pietro Labruzzi. Il pittore la realizzò nel 1793.

La pala ha al suo centro un quadro che raffigura la Vergine con il Bambino che porge un cuore a sant'Agostino.  L'opera, che si trovava in origine nel coro fu un tempo attribuita a Giovanni Antonio Lelli, che aveva altri suoi quadri di suo appesi nei tempi addietro. Altri storici lo hanno attribuito a Feti, scolaro di Cigoli.

Ai piedi del quadro della Vergine retto graziosamente da angeli, sono inginocchiati Agostino e Monica. Agostino indossa il piviale e con la mano sinistra regge un grosso libro aperto su cui sta per scrivere con una penna. A destra Monica, in abiti monacali agostiniani, è contrita in preghiera con le mani delicatamente poste a croce sul petto.

La cappella venne decorata tra il 1791 e il 1793 su disegno di Giacomo Patichio, grazie al finanziamento del cavalier Francesco Romolini. Nell'occasione fu trasferita sull'altare la venerata immagine della Madonna del Divino Aiuto già nella cappella di sant'Anna. L'immagine è inserita in una tela attribuita a Pietro Labruzzi con i santi Agostino e Monica, patroni degli agostiniani Scalzi che reggono la chiesa.

 

Nei volumi manoscritti degli archivî vaticani, intitolati Stato temporale delle chiese di Roma e che furono compilati tra il 1660 e il 1662, troviamo le seguenti notizie: "Questa chiesa e convento sono situati in faccia alla chiesa di s. Giacomo degli Incurabili, risponde dall'altra parte alla via Paolina o del Babuino, a destra ha il Vicolaccio e a sinistra la strada Orsina. Questo luogo fu comprato dai frati Eremitani Scalzi di S. Agostino dall'eccellentissimo don Giovanni Antonio Orsini con licenza di Paolo V come per breve 24 ottobre 1615 apud s. Mariam Maiorem l'anno 14 del suo pontificato. Il campanile è piccolo e contiene solo due campanelle. Ha sei cappelle ed altrettanti altari con sei sepolture, una con lapide ed iscrizione di monsignor Giulio del Corno, una a piedi della scalinata dell'altar maggiore del quondam mons. Firentinelli, una del quondam D. Horatio Longhi e della signora Olimpia sua sorella, un altro del quondam D. Matteo Boselli, et altre sparse per la chiesa di diversi che sono sepolti nelle loro casse sotto terra senza sepoltura cavata. Il monastero possiede case, annui censi, luoghi de' monti, crediti etc. con un' entrata di scudi 748. Questa chiesa fu architettata da Carlo Maderno, ma la facciata è del Rainaldi, concorrendo alla spesa mons. Giorgio Bolognetii. L'interno è assai ricco di marmi e stucchi."

La cappella maggiore è fra le più singolari e nobili architetture di Rainaldi. Nella prima cappella è il Crocifisso, e da una parte dipinta la Maddalena. La seconda cappella ha il quadro con san Nicola del pittore Basilio Francese o forse di Gio. Carboni allievo di Camassei. Nella terza cappella la pala con s. Antonio abate è opera di Girolamo Pesci. Nella cappella maggiore si troava il quadro dipinto dal cav. Giacinto Brandi. In sagrestia il quadro dell'altare con la Concezione, e tre nella volta sono di  Lanfranco. Le altre pitture sono del Padre Matteo di sant'Alessio Palermitano, e frate di quel convento. Nella cappella dall'altro lato, la cui tavola è pittura del De Alessandris si trova il sepolcro di Cavallini. L'altra cappella conserva diverse storie a fresco di Maria Vergine, e san Giuseppe, con un quadro a olio, dove si vede effigiata sopra le nuvole la Madonna col Bambino, e san Giuseppe: sono pitture di Giacinto Brand. Tutti i dipinti della cappella, che segue, dove si trova la pala dell'altare con s. Tommaso di Villanova, che fa elemosine, sono lavori di Felice Ottini, allievo di Brandi. La volta della chiesa è opera del cavalier Brandi, mentre gli stucchi sono di Gramignol.

 

 

Pietro Labruzzi

Nacque a Roma nel 1739, figlio di Giacomo Romano Labruzzi e Teresa Folli, una donna di origine genovese. La sua attività si sviluppò nella seconda metà del Settecento, divisa tra Italia e Regno di Polonia. Qui fu a servizio dell'ultimo monarca Stanislao II Augusto Poniatowski. Nel periodo compreso tra il 1771 e il 1776 conobbe la poetessa Maria Maddalena Morelli, e ne realizzò su sua richiesta un ritratto. Nel 1780 entrò a far parte della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon e nel 1791, su commissione di Paolo Carnevali, realizzò un quadro che raffigurava la Vergine Maria per la Chiesa di Santa Maria Assunta di Rocca di Papa. L'opera venne riscoperta tra i resti della parrocchiale, che era crollata durante un grave terremoto nel 1806.

Labruzzi morì a Roma nel 1805.