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PITTORI: Liozzi Antonio

Madonna in trono col Bambino tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta e Madonna dell’umilità tra i santi Andrea e Prospero di Benozzo Gozzoli a san Gimignano

Madonna del Rosario e SS. Domenico, Agostino e Rita

 

 

LIOZZI ANTONIO

1730-1807

Sant'Angelo in Pontano, chiesa di S. Nicola

 

Madonna del Rosario e SS. Domenico, Agostino e Rita

 

 

 

 

La tavola di Liozzi si trova nella chiesa di S. Nicola a Sant'Angelo in Pontano. Più precisamente la si può osservare nel   secondo altare a destra della chiesa. La tela ha discrete dimensioni misurando cm 230x150 e viene attribuita ad Antonio Liozzi che la realizzò nella seconda metà del XVIII secolo.

All'artista nativo di Penne nelle Marche, formatosi presso la scuola romana del pittore Marco Benefial, si deve sia la struttura, sia la decorazione pittorica caratterizzata da motivi floreali e dipinti trompe-l'oeil del "Teatro Flora" di Penna San Giovanni.

Sulla sinistra sant'Agostino, seduto e dall'aspetto vegliardo, alza lo sguardo verso la vergine il Bambino in trono, mentre è intento a scrivere.

In testa porta un nimbo di santità: indossa il paramento vescovile sopra la nera cocolla dei monaci agostiniani.

Alla sua destra sta santa Rita che dolcemente accoglie  il rosario che le viene offerto dal bambino Gesù. E' vestita della nera tonaca delle suore agostiniane. Domenico, in piedi, davanti ad Agostino, reclina dolcemente il capo (i domenicani derivarono la loro regola da quella agostiniana) per ricevere la corona dalle mani della vergine  che gliela porge con garbo.

Per terra notiamo la presenza della mitra e del bastone pastorale di Agostino, deposti in segno di umiltà. Ai piedi di Rita, che è inginocchiata, sopra un cuscino rosso è deposto il crocefisso tanto caro alla santa.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Nella Madonna, Agostino vede sintetizzate meravigliosamente la perfezione della Grazia di Dio e della libertà umana. Su questo punto ci possono essere degli equivoci e pensare che l'influsso della Grazia di Dio possa diminuire la libertà dell'uomo. In verità, come Agostino ha cercato di far capire, si tratta di due realtà che si richiamano a vicenda: più la libertà umana è corroborata dalla Grazia di Dio e più è libera dalle forze che la indeboliscono e le impediscono di scegliere il bene, più la Grazia di Dio invade un'anima e più le sue facoltà si dispiegano in tutta la loro potenza. Nella Madonna, allora, tutto è Grazia, tutto è dono che viene da Dio: questo ci spiega la grandezza della Vergine Maria. Nella Madonna, però, tutto è allo stesso tempo frutto del suo libero consenso al progetto di Dio: questo ci dà ragione della santità eccelsa della Vergine Maria.

La santità di Maria esclude che si possa persino immaginare il peccato parlando di Lei. È l'unica creatura che non conosce peccato: "Eccettuata la Santa Vergine - scrive sant'Agostino in uno dei suoi capolavori, intitolato La natura e la Grazia - della quale, per l'onore del Signore, non voglio assolutamente che si faccia questione quando si parla di peccato, poiché come possiamo sapere quale maggiore abbondanza di grazia le sia stata conferita per vincere da ogni parte il peccato, mentre meritò di concepire e partorire colui che è ben certo di non avere alcun peccato?".

Tra le virtù mariane che Agostino ama mettere in evidenza, c'è senz'altro la fede. Durante il periodo dell'Avvento, pochi giorni prima di Natale, siamo invitati a contemplare il Mistero del concepimento del Figlio di Dio nel grembo purissimo di Maria. La liturgia ci propone un'omelia di Agostino in cui si trova questo bellissimo elogio della fede della Madonna: "Ascoltò la Parola di Dio e la custodì: custodì più nella mente la Verità che nel grembo la carne. Cristo è verità, Cristo è carne: Cristo-Verità nell'anima di Maria, Cristo-carne nel grembo di Maria". Proprio per questa sua capacità di ascoltare e custodire con devozione la Parola di Dio e poi di metterla in pratica con amorosa sollecitudine, la Madonna è un modello per i fedeli che, pur consapevoli dei privilegi che solo a Lei furono concessi, devono sforzarsi di imitarla. In fondo, la vita cristiana altro non è che cercare di compiere la volontà di Dio mossi dalla fede. I fedeli possono alzare lo sguardo e contemplare nella Madonna l'esempio più bello da seguire.

 

Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: "Beatior est Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi - Maria è più felice nel ricevere la fede di Cristo che nel concepire la carne di Cristo."

AGOSTINO, De sancta virginitate, 3, 3