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PITTORI: Lopez Andrés

Santa Maria Maddalena de' Pazzi a colloquio con Cristo con la benedizione di Agostino e santa Teresa

Santa Maria Maddalena de' Pazzi a colloquio con Cristo con la benedizione di Agostino e santa Teresa

 

 

ANDRES LOPEZ

1770-1780

Città del Messico. chiesa del Carmen

 

Santa Maria Maddalena de' Pazzi a colloquio con Cristo con la benedizione di Agostino e santa Teresa

 

 

 

Quest'opera è conservata nella chiesa dell'ex Convento del Carmen a Città del Messico. Questa struttura fu luogo dove accaddero numerosi episodi, importanti non solo per la loro antichità, ma anche all'impatto che ebbero per Città del Messico. Le origini del convento di Carmen risalgono al Seicento, quando i frati carmelitani acquistarono diverse terre nelle vicinanze del fiume Magdalena. In questa vasta proprietà, grazie all'intraprendenza di Andrés de San Miguel, venne realizzata un'importante infrastruttura idraulica capace di fornire acqua agli oltre 13.000 alberi da frutta che coltivavano i frati. All'estremità occidentale del giardino, fu costruito un tempio che fu ampliato per ospitare una scuola, un ospedale e le stanze dei religiosi. Esteticamente il convento del Carmen si distingue per la ricchezza delle opere che conserva: ci sono dipinti ad olio di diverse importanti figure vicereali, vari oggetti religiosi, e una cripta decorata dove riposano le mummie di alcuni personaggi influenti locali. La magnifica chiesa presenta un altare barocco e tre cupole coperte dalle ceramiche di Talavera. Nel parco del vecchio giardino vennero costruiti diversi ponti ed eremi, che davano corpo allo spirito dell'ordine carmelitano di costruire piccole cappelle di preghiera lontano dal chiostro del convento in modo che i frati potessero ritirarsi in solitudine e meditare.

Il quadro di Andrés López celebra una famosa monaca carmelitana che aveva una speciale devozione per sant'Agostino. La struttura del quadro è complessa: al centro si trova la santa che si rivolge a Cristo dicendo "Probasti cor meum com Jerem". Le risponde Cristo "Dilige me plus his". In alto, sopra la figura di Maddalena, due personaggi la accompagnano: si tratta di santa Teresa e di sant'Agostino, vestito da vescovo. Angioletti indicano con le mani la scena e nello stesso tempo reggono scritte, invitando a guardare verso l'alto.

Sulle pagine del libro sta scritto "Pati non mori. Mori lucrum Philippi".

Maddalena de' Pazzi fu una suora carmelitana italiana, nata a Firenze nel 1566 e morta nel 1607. Fu beatificata da Urbano VII nel 1626 e canonizzata da Clemente IX nel 1699. E' patrona di Firenze e la sua festa si celebra il 29 maggio. La sua missione ricorda per molti versi quella di santa Caterina: grande fu il suo amore per Cristo e la Chiesa, che si nutriva del profondo insegnamento teologico della Bibbia, di sant'Agostino e di santa Caterina. Suoi pilastri furono il mistero della incarnazione e le opere dello Spirito Santo.

Maria Maddalena de' Pazzi nasce nel 1566 e appartiene alla casata de' Pazzi, potenti (e violenti) per generazioni a Firenze, e ancora autorevoli alla sua epoca. Battezzata con il nome di Caterina, a 16 anni entra nel monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli in Firenze e come novizia prende il nome di Maria Maddalena. Nel maggio 1584 soffre di una misteriosa malattia che le impedisce di stare coricata. Al momento di pronunciare i voti, devono portarla davanti all'altare nel suo letto. Da questo momento vivrà diverse estasi, che si succederanno per molti anni. Le descrivono cinque volumi di manoscritti, opera di consorelle che registravano gesti e parole sue in quelle ore. Più tardi le voci dall'alto le chiedono di promuovere la «rinnovazione della Chiesa» (iniziata dal Concilio di Trento con i suoi decreti), esortando e ammonendo le sue gerarchie. Scrive così a papa Sisto V, ai cardinali della curia; e tre lettere manda ad Alessandro de' Medici, arcivescovo di Firenze, predicendogli il suo breve pontificato. La mistica morirà nel 1607 dopo lunghe malattie.

A eccezione di tre lettere, Maddalena non scrisse nulla di proprio pugno. Ma perché i suoi confessori volevano determinare se l'origine di questi fenomeni era divina o no, non volendo le suore "lassar perdere nessuna" delle sue parole, fu costretta a conferire tutto quello che le accadeva ai superiori, tramite le monache, che scrivevano quello che lei diceva, fuori dell'estasi o durante le stesse esperienze mistiche. In tal modo furono raccolte sotto sua dettatura le relazioni delle sue esperienze mistiche che confluirono in quattro grossi volumi di manoscritti originali, le cosiddette "sue" opere, perché conservano le autentiche parole dei suoi discorsi, poiché lei stessa li riveduti, ridefiniti e corretti. Sono questi: (I) I Quaranta Giorni; (II) I Colloqui; (III) Revelatione e Intelligentie (o I otto giorni dello Spirito Santo); (IV) La Probatione - Renovatione della Chiesa.

L'8 giugno 1584 sperimentò visibilmente il dramma della Passione di Gesù e il 10 giugno ricevette in dono da Lui il suo cuore: a sua volta santa Maddalena Gli donò il proprio. Un giorno andò a rendere omaggio al corpo della Beata Maria Bagnesi, che era custodito nel monastero di S. Maria degli Angeli e improvvisamente guarì dalle sue malattie. Sotto la direzione di Suor Vangelista del Giocondo, maestra delle novizie, riprese la sua formazione dedicandosi allo studio della Scrittura, dei Padri della Chiesa (soprattutto sant'Agostino), e gli scritti dei Santi. Il 28 giugno ricevette per la prima volta le stigmate; chiese. Il 6 luglio ricevette la Corona di Spine, alla presenza di S. Caterina da Siena e di sant'Agostino e per tutta la vita porterà questo misterioso dolore in testa. La sera del 24 marzo, S. Agostino le scrisse nel cuore le parole: "Verbum caro factum est"; il 15 aprile ricevette le stigmate invisibili che le rimasero per tutta la vita, sant'Agostino scrisse nel suo cuore " Sanguis unionis ". E' appunto a questi episodi che il pittore si riferisce nella tessitura e composizione della sua tela. La Domenica in Albis del 28 aprile, sant'Agostino le scrisse infine nel cuore " Puritas coniunxit Verbum ad Mariam et Sponsum ad sponsam " e Gesù le donò l'anello delle nozze mistiche: tutti segni di un'unione perfetta con Cristo.

 

 

Andrés López

Andrés López fu un pittore messicano la cui attività si espresse fra il 1763 e il 1811. Le sue opere trattano soprattutto tematiche a carattere religioso o ritratti. Studiò pittura presso l'Accademia di San Carlos e il suo stile è stato influenzato da José de Alcíbar. Andrés era il figlio del pittore Carlos Clemente López, imparentato con i fratelli Nicolás Rodríguez Juárez e Juan Rodríguez Juárez. Fra le sue opere principali ricordiamo una Passione di Cristo nella chiesa di Encino in Aguascalientes; un ritratto di Mariana Ana Teresa Bonstet, ora al Museo nazionale di Tepozotlán e un ritratto di Matías de Gálvez al Museo Nazionale di Storia di Chapultepec.