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PITTORI: Lucini Antonio

Battesimo di Sant'Agostino

Battesimo di sant'Agostino

 

 

LUCINI ANTONIO

1725-1740

Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco

 

Battesimo di sant'Agostino

 

 

 

La scena raffigura il vescovo di Milano Ambrogio che battezza Agostino. Il vescovo è ritto in piedi, attorniato da fedeli e cerimonieri con la mitra episcopale in testa. La mano destra si alza per versare sul capo di Agostino l'acqua del battesimo. Agostino, a spalle seminudo, è inginocchiato e offre il capo per il battesimo. La composizione strutturale della scena esprime solennità e compostezza allo stesso tempo. L'autore è il pittore Lucini Antonio, della cui attività abbiamo notizie tra il 1702 e il 1741. L'opera nasce nell'ambito culturale milanese e probabilmente venne realizzata fra il 1725 e il 1740. Realizzata con la tecnica a olio su tela la pittura misura 73 cm x 59 ed è conservata nella Collezione di dipinti della Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano.

 

 

Lucini Antonio

Nasce nella seconda metà del XVII secolo. Le sue prime opere sono probabilmente quattro tele che gli furono commissionate dall'ospedale Maggiore, che raffigurano alcuni benefattori. Nel 1711 è annoverato tra gli accademici di S. Luca. Il suo stile si connota da subito con un rifiuto dell'imperante barocchetto, nell'asciutta ambientazione della scena e nella concentrazione verso la resa del volto dei personaggi. Come punti di riferimento ha la pittura lombarda del Seicento, in particolare Crespi e Nuvolone, e alla tradizione di realismo bergamasco-bresciana. Entro il primo decennio del secolo esegue il quadrone per il ciclo del Santo Chiodo per il duomo di Milano raffigurante l'Arrivo di sant'Elena a Gerusalemme ricevuta da san Macario. La produzione del pittor proseguì nel 1712 con i quadri dei santi Bonaventura e Bernardino in adorazione della Sacra Famiglia con santa Caterina presso il convento di S. Angelo a Milano e nel 1715 con l'Immacolata Concezione e santi nella parrocchiale di Foresto, nel Novarese.

Per l'ospedale Maggiore eseguì nel 1715 il ritratto di Giulio Cesare Pessina e al Al 1721 risale, ancora per l'ospedale, il ritratto di Giovanni Antonio Parravicini. Tra le sue opere pubbliche vanno citate la pala con san Ulderico e un santo monaco ai piedi del Crocifisso nella parrocchiale di Ponte Capriasca (1717), il Transito di san Giuseppe e la Madonna col Bambino, un santo vescovo e santa Caterina della parrocchiale di Morosolo. Straordinari sono soprattutto i due teleri in S. Eustorgio a Milano, datati 1732 e raffiguranti Cristo che appare a san Vincenzo Ferrer e san Vincenzo che risana l'inferma. Lucini realizzò opere anche per la meditazione privata, caratterizzate da uno stile emotivamente più coinvolgente, memore della pittura di primo Seicento. Questi dipinti erano destinati ai seminari promossi dal cardinale Erba Odescalchi.

L'eco dello stile pittorico di Magnasco si sviluppa nelle opere di Lucini che furono eseguite tra il terzo e il quarto decennio, con i quadri del Cristo deposto con la Madonna e san Carlo (Venegono Inferiore, seminario), la Madonna col Bambino, sant'Antonio da Padova e un santo vescovo (Bosco Valtravaglia, parrocchiale), il Battesimo di sant'Agostino (Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco), il Cristo deposto (Varallo, Sacro Monte, cappella del Santo Sepolcro), e il sant'Aquilino (Milano, S. Maria della Passione).

Le ultime notizie relative alla sua vita sono del 1741 quando eseguì la pala del santuario della Beata Vergine di Ornago, raffigurante san Giuseppe che porge il Bambino a san Gaetano da Thiene.