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Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
LUDOVISI BERNARDINO
1735
Roma, Basilica di S. Giovanni in Laterano
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
L'attuale facciata principale della basilica di san Giovanni in Laterano risale al 1735. La sua realizzazione si deve all'intervento di papa Clemente XII di cui ne resta il ricordo nella scritta che si trova sotto la balaustra alla sommità della facciata.
L'aspetto moderno della Basilica è stato realizzato su progetto dell'architetto Alessandro Galilei, che vinse il concorso indetto dall'Accademia di S. Luca. Partecipò al concorso anche il celebre Luigi Vanvitelli, ma il pontefice preferì il disegno di Galilei. La facciata si presenta ad un solo ordine costituito da alte semicolonne e lesene corinzie.
L'attico è sopraelevato da una balaustra dove trovano posto ben quindici statue alte 7m ciascuna.
Vi è raffigurato, al centro, il Cristo (opera di Paolo Bengala) affiancato da san Giovanni Battista (opera di Bartolomeo Pincellotti) e san. Giovanni Evangelista (opera di Luigi Pellegrino Scaramuccia). Ai lati, da ambo le parti, seguono i Dottori della Chiesa con le figure di san Gregorio Magno opera di Giovanni Battista de Rossi), san Girolamo (realizzato da Agostino Corsini), sant'Ambrogio (opera di Paolo Benaglia) e sant'Agostino (realizzato dal romano Bernardino Ludovisi).
Il santo è stato raffigurato in una posa dinamica con nella mano destra un robusto pastorale e nella sinistra un grande libro chiuso. In testa porta una mitra, mentre il volto esprime una efficace maestosità con uno sguardo profondo e penetrante. Una folta barba riccioluta assicura una ulteriore severità all'espressività di Agostino. In quest'opera, come in tutta la sua produzione, Ludovisi dimostra una notevole tendenza all'eclettismo, all'alternanza di contenute costruzioni barocche e leziosità rococò. Si nota altresì una ricerca e una cura speciale per i dettagli e i particolari decorativi.
Accanto e queste sette statue ne troviamo altre che raffigurano d'ambo i lati sant'Atanasio (opera di Pierre L'Estache), san Basilio (opera di Giuseppe Riccardi o Giuseppe Frascari), san Giovanni Crisostomo (realizzato da Carlo Tantardini), san Gregorio Nazianzeno (opera di Carlo Tantardini o Giuseppe Riccardi), san Bernardo (opera di Tommaso Tomassini o Tommaso Brandini), san Tommaso d'Aquino (realizzato da Pascal Latour), san Bonaventura (opera di Baldassarre Casoni) e sant'Eusebio (realizzato da Gian Francesco Lazzaroni).
Bernardino Ludovisi
Nasce a Roma nel 1694 da Giacinto e da Margherita Giulini. Si sa poco circa la sua formazione. La sua prima opera nota è il distrutto Monumento funebre di don Porfirio Antonini, datato al 1718. A partire dagli anni Venti la sua carriera venne decisamente influenzata dal legame con i Colonna, di cui è guardarobiere dal 1724. Questa occupazione gli permise di occuparsi della decorazione, conservazione, restauro delle collezioni antiche. Per i principi crea la Fontana dei Mascheroni nel 1721. Negli anni successivi realizza la statua di Dio Padre per il gruppo della SS. Trinità che corona l'altare di S. Ignazio nella chiesa del Gesù a Roma, il Busto di Pompeo Aldrovandi (Bologna all'Accademia di Belle Arti) e la Carità per il nartece della basilica Vaticana. Tra il 1730 e il 1735 scolpì la Gloria di angeli e cherubini sull'altare maggiore della basilica romana di S. Maria degli Angeli. A partire dal 1730, sotto i pontificati di Clemente XII e di Benedetto XIV, ottenne importanti commissioni. Decorò la cappella Corsini in S. Giovanni in Laterano e per la nuova facciata della basilica scolpì la statua di S. Agostino, in travertino, per il coronamento, e il bassorilievo marmoreo con S. Zaccaria. Nel periodo 1730-1733 lavorò al S. Gaetano da Thiene e al S. Francesco di Paola. Al 1740 risale l'intervento nella chiesa del SS. Nome di Maria a Roma e successivamente prese parte a diversi interventi su edifici religiosi in occasione dell'anno giubilare.
Nel 1743-1747 partecipò alla decorazione della cappella di S. Giovanni per la chiesa di S. Rocco a Lisbona. Di notevole livello qualitativo sono i due Angeli sulla balaustrata della cappella Lancellotti nella chiesa romana di S. Ignazio. Dai documenti presso l'Archivio del Vicariato, Ludovisi morì a Roma nel 1749 per le ustioni riportate nell'incendio che si sviluppò dalla pece che utilizzava nella basilica dei SS. Apostoli a Roma per fissare alla parete della cappella di S. Francesco l'ultima sua opera, il Monumento funebre di Maria Lucrezia Rospigliosi Salviati.