Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Pietro Antonio Magatti

PITTORI: Pietro Antonio Magatti

Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica: particolare di Monica

Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica: particolare di Monica

 

 

PIETRO ANTONIO MAGATTI

1726-1731

Milano, chiesa di santa Francesca Romana

 

Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica

 

 

 

La pala d'altare raffigura la Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica. L'opera, di scuola lombarda, è attribuita a Pietro Antonio Magatti, che la dipinse nel primo Settecento. La Vergine con il Bambino si trovano al livello superiore assisi su una nuvola e attorniati da angeli. Entrambi tengono nella mano destra una cintura nera che offrono ad Agostino, ritto in piedi nelle sue vesti pontificali. In testa porta la mitra, mentre un angioletto ai suoi piedi gli regge il bastone pastorale. Un altro angelo seminudo avvolto da una nuvola alza con la mano sinistra un cuore trafitto da una freccia.

A destra è inginocchiata santa Monica con le mani giunte in preghiera. Indossa la tonaca nera delle monache agostiniane. Un libro aperto fra i due completa la scena.

Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.

Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre. La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.

Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.

 

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra.

 

 

 

Pietro Antonio Magatti

Pietro Antonio Magatti nacque a Varese nel 1691, quinto figlio di Giovan Pietro Nicola, di professione speziale, e di Onesta Orrigoni. Tra il 1713 e il 1715 si trasferì a Bologna per approfondire la sua arte, lavorando nello studio del pittore Giovan Gioseffo Dal Sole. Rientrato a Varese dipinse la sua prima opera conosciuta, una Via Crucis per la chiesa di San Rocco, datata 1717. Nel 1725 realizzò la Madonna che offre il rosario a san Domenico per la cappella del Rosario in S. Vittore a Varese. Magatti in questa occasione utilizza modelli del classicismo secentesco di derivazione emiliana, come Giacomo Cavedoni e Dal Sole, coniugata a una modulazione del tenebrismo del lombardo Carlo Donelli, detto Vimercati.

Nell'ottobre del 1726 completò il Cenacolo nel refettorio delle agostiniane del Sacro Monte di Varese, sul quale appose firma e data di esecuzione. Nel 1728 gli fu richiesta dalla Confraternita della Madonna degli Angeli una pala con l'immagine della Beata Vergine. L'opera rappresenta la prima commissione dell'artista in tale città dove risulta attivo almeno fino all'inizio del decennio successivo.

Il prestigio raggiunto da Magatti nella città ambrosiana è testimoniato anche dal suo probabile impegno, attorno al 1731, presso il cantiere di palazzo Casati, ora Dugnani, dove era allora attivo anche Giambattista Tiepolo.

A partire dagli anni Quaranta il Magatti ricopriva ormai un ruolo di assoluta preminenza nel contesto artistico varesino, di cui può esser considerato il più importante pittore del secolo. Presenza attiva nel movimento artistico varesino, Magatti affrescò alcune tra le principali chiese della città. Lasciò dipinti in chiese di Como, di Milano, di Pavia, Varese e del Canton Ticino. Nel 1730 il papa Clemente XII lo nominò milite e cavaliere dello Speron d'Oro e conte palatino lateranense. Alla sua morte, che lo colse nel 1767, venne sepolto all'interno della Basilica di San Vittore, presso la cappella gentilizia della famiglia Dralli. Tra i suoi allievi più noti ricordiamo Giovanni Battista Ronchelli.