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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
MAESTRO PUGLIESE
1750-1799
Martina Franca, chiesa della Purità
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
La statua che raffigura Agostino vescovo e Dottore della Chiesa si trova nella chiesa della Purità di Martina Franca ed è annessa al convento che fu occupato da monache agostiniane. Il santo è raffigurato nei suoi paramenti episcopali con la mitra intesta e il piviale sulle spalle. Nella mano destra impugna una penna, mentre con la sinistra regge un grosso libro. Il suo volto ha un aspetto ancora giovanile con una foltissima barba nera riccioluta.
La statua è posta su un piedistallo, dove si osservano vari libri accatastati, che avvalorano la devozione al santo nella sua qualità di fine teologo e scrittore di argomenti sacri. Ai piedi della statua si trova anche un cuore fiammante, tipico simbolo che caratterizza Agostino, specialmente in età barocca e posteriore. La statua si trova davanti al primo altare di sinistra dove è alloggiato il dipinto della Madonna con Bambino fra i Santi Nicola da Tolentino e Tommaso da Villanova, firmato da Domenico Carella nel 1777. Al centro di questa tela si può notare la figura di Agostino che protegge la città.
Il convento delle Monache Romite Agostiniane fu fondato nel Seicento su proposta dell'arcivescovo Tommaso Caracciolo Rossi. Notizie relative a questo periodo sono descritte dallo storico Anomato: "Dove ora è il monistero delle monache romite dell'ordine di Sant'Agostino, anticamente, e forse prima della fondazione di Martina vi era una cappella di San Nicola nominata dell'Appennino forse dal sito che inclinava al basso; in questo luogo un certo Antonio Caroli possedeva alcune sue case, e per dare un'apertura ad un'opra così insigne, donò alla di lui sorella Porzia Caroli l'anno 1598 l'anzidette case coll'espressa legge che ivi si fabricasse un'abitazione comoda per ritiro claustrale di zitelle; ad esempio del Caroli, e per facilitare una sì degna opera Donatantonio Epifani donò pur'anche tutti i suoi beni per ridursi in effetto la fabrica su detta. Non mancarono altri pii cittadini colle di loro liberalità agevolarne l'impresa".
Nel 1653 il monastero era stato edificato e poteva accogliere una dozzina di zitelle. L'edificio fu completato nel 1654 con la costruzione della chiesa.
Le monache vivevano ispirandosi alla regola di Sant'Agostino e accoglievano le figlie dei ceti più abbienti di Martina Franca. La grandiosa struttura possiede un chiostro con due pozzi di forma ottagonale.
In alto spicca il belvedere il cui aspetto ricorda stilemi borrominiani. Nella nuova pinacoteca è attualmente custodita la più antica campana di Martina Franca (1507), che ha smesso di suonare per essere ammirata e preservata. Al suo posto ne è stata realizzata una di medesime dimensioni, dedicata a Sant'Agostino e alloggiata nel campanile, assieme alla campana grande dedicata alla Madonna. La chiesa della Purità si colloca sull'estremità sinistra del complesso conventuale ed è l'unica chiesa di Martina Franca in stile Rococò. La decorazione interna presenta uno stile squisitamente rococò prediligendo l'abbondanza di decori in marmi policromi e stucchi dorati. Esiste una unica navata rettangolare con l'apertura di cinque profonde arcate per lato e al suo interno si possono ammirare due pregevoli tele di Domenico Carella e di Paolo De Matteis.
La facciata della chiesa presenta un portale che mostra una cornice ornata da grani di rosario e da cordoli. Sulla volta, sotto il coro, all'interno di una cornice mistilinea, si scorge la tela della Nascita della Vergine.
Sulla volta della seconda e terza campata sono collocati altri due dipinti, attribuiti a Domenico Carella; si tratta, rispettivamente di San Michele Arcangelo e dell'Assunta.
Sul primo altare di sinistra campeggia il dipinto della Madonna con Bambino fra i Santi Nicola da Tolentino e Tommaso da Villanova, firmato da Domenico Carella nel 1777. Nella cappella seguente si osserva una tela con l'immagine di Agostino, eseguita nel Settecento. Sotto la terza arcata sono custodite le statue settecentesche di santa Rita da Cascia e di Agostino in abiti vescovili.
Sul soffitto del coro si intravedono due piccole tele settecentesche: a destra san Giuseppe e a sinistra santa Rita da Cascia.
Molto interessante è l'altare che conserva la preziosa tela dell'Apparizione della Vergine ai santi Agostino e Monica, detta anche della Madonna della Consolazione o della cintura. In quest'opera è raffigurata la Vergine con il Bambino che porgono la cintura a Monica, in abiti monacali, inginocchiata e ad Agostino in paramenti episcopali.
L'opera è di Paolo De Matteis e fi eseguita nel 1709. La tela, molto probabilmente, fu commissionata al De Matteis dai duchi Caracciolo. Il De Matteis fu allievo di Luca Giordano a Napoli e di Gianmaria Moranti a Roma. Sull'ultimo altare si trova un dipinto ad olio settecentesco, di autore ignoto, raffigurante l'Apparizione della Madonna con il Bambino a santa Rita da Cascia.