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PITTORI: Domenico Martinelli

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

DOMENICO MARTINELLI

1788

Umago, chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Nella chiesa parrocchiale di Umago, dedicata alla  Beata Vergine Assunta, si conservano diversi quadri, fra cui questo che raffigura sant'Agostino opera di Domenico Martinelli, che fu attivo in questo paese verso il 1788.

Questo sant'Agostino, un olio su tela delle dimensioni di 140 x 140 cm è collocato alla parete della navata.

Dodici sono i dipinti conservati nella chiesa che presentano le raffigurazioni degli Evangelisti, dei Padri della Chiesa, di due Santi apostoli e delle allegorie di due Virtù Teologali, la Speranza e la Fede.

Tutti i dipinti, che si trovano sulle pareti della navata e della cantoria, presentano corrispondenze iconografiche e stilistiche che rimandano al pittore Domenico Martinelli, che ha firmato anche la pala dell'altare maggiore datandola al 1788. Questa annotazione consente di assegnare l'intero ciclo all'anno 1788. I dipinti sono collocati entro cornici a stucco e sono disposti simmetricamente negli intercolunni tra le lesene della navata. Curiosamente nella chiesa parrocchiale di Pinguente la disposizione delle opere che ornano e scandiscono le pareti dell'aula unica è identica a Umago. In effetti, nel 1781, come documenta un contratto, gli abitanti di Pinguente commissionarono a Filippo Dongetti da Pirano, già costruttore della parrocchiale di Umago, la realizzazione della loro nuova chiesa uguale a quella della città costiera. I dipinti di Pinguente sono però di epoca più tarda.

Sulle pareti ai lati dell'arco trionfale della parrocchiale di Umago si trovano i quattro dipinti che raffigurano gli Evangelisti: a sinistra in alto San Matteo e sotto San Marco evangelista; a destra San Giovanni sopra e san Luca sotto. Retrocedendo verso il fondo della chiesa, sono collocate una di fronte all'altra le rappresentazioni dei primi tra gli apostoli: San Paolo a sinistra e San Pietro a destra; a seguire si trovano i dipinti con i quattro Padri della Chiesa: Sant'Ambrogio, San Gregorio Magno, Sant'Agostino e San Girolamo. Anche questi sono disposti simmetricamente a coppie negli intercolunni. Il ciclo si completa con le raffigurazioni della Speranza e della Fede che trovano posto nella cantoria. I dipinti collocati negli intercolunni ai lati dell'arco trionfale e nella cantoria assecondano l'andamento concavo delle pareti. Tutte le opere presentano uno stato conservativo precario, in quanto sono annerite dagli accumuli di polvere e dalla vernice ossidata che ne rendono difficoltosa la lettura.

Rispetto al complesso e tuttavia maldestro e poco convincente impianto compositivo dell'Assunzione della Vergine, Martinelli riesce certamente meglio nell'impaginare in modo semplificato le figure dei santi poste al centro davanti ampi paesaggi stilizzati e il cielo rischiarato sullo sfondo. Le figure dei santi sono massicce con i loro attributi a volte sedute oppure in piedii al centro del dipinto, come nel caso di Agostino. Si riconosce lo stile di Martinelli nell'esecuzione delle fisionomie, nella stilizzazione dei riccioli delle capigliature e delle barbe, nelle pieghe piatte e tubolari degli abiti, nella rigidità e goffaggine dei movimenti e negli errori di scorcio. Per motivi analoghi, oltre a questo ciclo può essere ascritto al catalogo di Martinelli anche il riquadro ligneo centrale del soffitto della chiesa di San Rocco sempre a Umago.

Le imperizie di Martinelli nel modellato e negli scorci non sono accompagnate da un colorito piacevole e da una carica espressiva conforme al gusto popolare. Le composizioni sacre di Martinelli sono convenzionali, stereotipate, il colorito sbiadito e inespressivo. Le figure dei santi sono appiattite e poco credibili, lo spazio circostante è senza vita, anche se i paesaggi sono dipinti con una profusione di dettagli. Oltre alla superficiale adesione all'aspirazione classicista e accademica di compostezza e armonia, i dipinti manifestano una carenza e un declino inventivo, e perdono il legame con la tradizione pittorica del Settecento veneziano alla fine del secolo.