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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Lorenzino del MassaPITTORI: Lorenzino del Massa
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
LORENZINO DEL MASSA
1750
Bologna, Cattedrale Metropolitana di san Pietro
Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa
La controfacciata della chiesa Metropolitana di Bologna, dedicata a san Pietro, fu disegnata dall'architetto Torreggiani fra il 1743 e il 1747 ed evidenzia un portale longilineo ed elegante ornato da statue di Lorenzino del Mazza che rappresentano nelle nicchie laterali i quattro Dottori della Chiesa e, sopra la porta, le scene del compimento della chiesa e dei doni ricevuti dal papa Benedetto XIV. Ai lati della porta maggiore, due antichi leoni stilofori, provenienti dalla Porta dei Leoni, sorreggono altrettante acquasantiere.
La statua di sant'Agostino ci restituisce un'espressione iconografica diffusa, dove il santo è presentato come vescovo con in mano un libro aperto e un cuore fiammante. Agostino porta in capo la mitra e con un ampio gesto della mano destra sembra invitare i fedeli. Con la mano sinistra dispiega un gran libro aperto. Il suo viso è di persona matura, con una folta barba e l'espressione accorata e meditativa. Incorniciato in una nicchia di sapore rinascimentale, il santo ha una forte dinamicità che si esprime sia nel movimento dei panneggi sia nella sinuosità della postura.
La prima chiesa di san Pietro era posta oltre le mura cittadine ed era dedicata ai santi Nabore e Felice. Probabilmente la sua fondazione risaliva al IV secolo. Di sicuro fu distrutta in un incendio nel 906. La comunità decise di riedificare una nuova cattedrale, questa volta entro le mura cittadine. L'edificazione del nuovo complesso va collocata tra il X e l'XI secolo vicino a Porta di san Cassiano o Porta di san Pietro o Piera. Nel 1220 il campionese Maestro Ventura avviò la costruzione di un nuovo portale marmoreo sul fianco meridionale della chiesa, detto Porta dei leoni.
I crolli provocati dai terremoti del 1222 e del 1228 indussero il capitolo ad affidare i restauri a Maestro Tura. Nel 1252 il Maestro Alberto realizzò il rosone sulla porta della facciata e il nuovo altare maggiore nel 1261.
A partire dal 1575 il cardinale Gabriele Paleotti impose una radicale ristrutturazione dell'interno, mettendo mano all'abside e al coro. Il presbiterio è stato realizzato dall'architetto bolognese Domenico Tibaldi.
Nel 1582 la chiesa fu elevata al rango di "chiesa metropolitana" da papa Gregorio XIII e all'inizio del Seicento assistiamo una rielaborazione dell'abside, delle volte (da capriate a crociera) e degli archi delle pilastrate che assunsero l'aspetto di angoli a sesto acuto tipici del gotico.
La chiesa attuale fu ricostruita col nuovo stilema gotico nel 1605 su progetto del religioso milanese Giovanni Ambrogio Mazenta. Tra il 1743 e il 1747 l'architetto Alfonso Torreggiani e papa Benedetto XIV, già arcivescovo di Bologna, decisero di abbattere il vecchio portico. Esternamente la facciata è barocca, con struttura a salienti e paramento murario in mattoni rossi. Essa è suddivisa da due fasce sovrapposte. La porta centrale è sormontata dallo stemma di Benedetto XIV; la fascia superiore ospita centralmente un grande finestrone ed è suddivisa da lesene corinzie. Nella fascia inferiore a sinistra è presente una enorme scultura di San Pietro, opera di Agostino Corsini. A destra invece troviamo una scultura di San Paolo, opera del fiammingo Piero Verschaf, entrambe terminate attorno al 1750.
All'interno le acquasantiere sono sostenute da leoni romanici e lungo le numerose cappelle sono conservati pregevoli dipinti di Ercole Graziani (battesimo di Cristo), Marco Antonio Franceschini (la Sacra Famiglia con i santi Rocco e Giacomo Maggiore), Donato Creti (S. Carlo che distribuisce l'elemosina), Antonio Rossi (consacrazione episcopale del beato Nicolò Albergati), Giuseppe Marchesi detto Sansone (sant'Ambrogio), Vittorio Bigari (Apparizione al santo papa Celestino I di S. Pietro che lo induce ad eleggere S. Petronio vescovo di Bologna), sculture di Gabriele Brunelli (Memoria di papa Gregorio XV Ludovisi), Giuseppe Mazza, A. G. Piò e uno splendido compianto sul Cristo morto in terracotta di Alfonso Lombardi (1522-1526).
Il presbiterio è stato affrescato da Lodovico Carracci (Annunciazione di Maria), Prospero Fontana (l'Eterno Padre), Cesare Aretusi e Cesare Fiorini (Cristo che consegna le simboliche chiavi a S. Pietro).